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Vecchio 04-04-2012, 16.12.56   #1453
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard ascoltava Talia che sembrava animata da un’eccitazione senza limiti per quello che stava vivendo ed in un certo modo vedendo.
Allora lui prese le mani di lei, senza però dire niente.
Lei percepì in qualche modo la sua inquietudine.
“Forse stiamo correndo un po’ troppo, Talia…” sentenziò con voce ferma “… questo posto è tanto bello, quanto misterioso… anzi, inquietante sotto certi aspetti… e tu… tu sei troppo sensibile… forse è colpa mia… forse dovrei portarti via da tutto questo…” scosse lievemente il capo “… credo che siamo rimasti fin troppo qui… io… io ho un qualcosa da fare, Talia… un compito che mi aspetta… e non posso rimandarlo oltre… e poi quel Fiore… cosa vuol dire? Anche io, ricordi, ho sognato un Fiore? Beh? Io non ho la tua capacità di vedere attraverso i sogni, quindi inutile cercare segni dove non ci sono… la verità è che questo luogo, con i suoi colori e l’alone che lo avvolge, è particolare ed esercita su di te un fascino indubbio…”

Talia se ne stava seduta con le ginocchia al petto a fissare il verdeggiante bosco animato dal fresco vento primaverile.
Ad un tratto una melodia la destò dai suoi pensieri.
“Guisgard!” Voltandosi lei.
Il fanciullo se ne stava ai piedi del muretto su cui era seduta lei, a suonare la sua ocarina.
“A cosa pensi?” Chiese lui.
“Nulla di che…”
“Io lo so…”
“Davvero?” Sbirciando in giù lei.
“Si, certo.”
“E sentiamo…”
“Pensi al tuo sogno…” sorridendo lui “… a quello di cui mi accennasti ieri...”
“Era solo un sogno…” tornando a fissare il bosco lei “… un sogno come tanti…”
“Io non posso saperlo…” fece lui “... visto che non hai voluto raccontarmelo…”
“Ti interessa così tanto?”
“Certo!”
In quel momento il maestro chiamò.
“Devo andare al Tempio...” disse lei.
“E il sogno?” Alzando lo sguardo lui. “Me lo racconterai domani?”
“Domani te ne sarai già dimenticato...” sorridendo lei.
“Sai che non sarà così…”

“Ora torneremo nella fabbrica” disse Guisgard, destando Talia da quel ricordo “e restituiremo questo vestito... e poi ripartiremo…”
Prese allora la ragazza per mano e si diressero verso la fabbrica.
Ma appena entrati, la fabbrica apparve vuota.
Non c’erano più gli operai e tutti i macchinari erano fermi e spenti.
“Ma cosa sta succedendo qui…” mormorò Guisgard “… sono tutti spariti, Talia…”
E mentre si guardava intorno, si accorse di qualcosa.
Qualcosa che luccicava su uno dei tavoli da lavoro.
Si avvicinò e prese quell’oggetto.
“Che strano…” fissandolo “… è una moneta… una moneta d’oro… un Taddeo..." e si voltò poi verso Talia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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