Guisgard e Talia camminavano qualche passo più indietro del vecchio guardiano.
Lei avvertiva, stringendo la mano di lui, che il cavaliere era inquieto e preoccupato.
Lo sguardo era infatti cupo e l’espressione del volto tirata.
“Milady, eccoci alla cappella…” fermandosi di colpo il vecchio “… l’arcicappellano vi sta già attendendo.”
“Deve confessarsi ora?” Chiese Guisgard. “Mia moglie e stanca e temo che…”
“Ma dimenticate” sorridendo il vecchio “quali effetti produce sull’animo della Granduchessa il confidarsi con padre Erasmus? Sono certo che ella non vede l’ora di rivederlo di nuovo.” E aprì la porta della cappella.
I tre entrarono e con lo sguardo il vecchio cercò il confessionale.
La cappella era formata da un’aula quadrangolare, con nicchie sui lati opposti all’ingresso e all’abside.
Nelle nicchie erano poste alcune statue, che raffiguravano le Virtù Cristiane.
Guisgard, allora, accompagnò Talia davanti al confessionale, facendola poi sedere su una delle panche.
Il vecchio fece cenno a Guisgard di seguirlo fuori e il cavaliere annuì.
“Sono fuori, Talia…” le sussurrò ad un orecchio “… non temere, andrà tutto bene…” e le sfiorò la mano con le labbra.
Un attimo dopo uscì col vecchio dalla cappella.
Ad un tratto, rimasta sola, Talia sentì dei passi.
“Anche voi dovete confessarvi, milady?” Domandò la voce di una donna. “Anche io… sto attendendo l’arcicappellano… oggi è il Giovedì Santo e spero di confessarmi e comunicarmi prima di domani… speriamo solo di fare in tempo, tra un po’ farà buio…” e si sedette accanto alla ragazza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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