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Vecchio 10-04-2012, 20.29.13   #1558
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Sospirai mentre ci allontanavamo... era curioso, fuori da quella cupa cappella mi era sembrato di sentirmi subito meglio.
Guisgard mi portò fino al palazzo, poi su per qualche rampa di scale e percorse alcuni corridoi...

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Guisgard uscì e portò Talia nel palazzo, fin nella sua stanza.
“Ora riposati…” mettendola sul letto “… poi quando ti sentirai meglio lasceremo questo luogo… io resterò qui e aspetterò che tu ti sia addormentata…”

Sospirai di nuovo, pacificamente... i miei occhi erano ormai chiusi ed io stava scivolando sempre più in quello stato di vaga coscienza che precede il sonno...
Sorrisi ed intrecciai la mia mano alla sua...
“Oh, resta qui...” sussurrai “Resta qui con me, ti prego...”

Il sole era alto quel pomeriggio e il Casale degli Aceri era immerso in un silenzio assoluto, quasi irreale. Una leggera brezza aleggiava tra il bosco ed il giardino e mi faceva volare i capelli, il profumo degli iris che ricoprivano la facciata orientale dell’edificio era tanto forte da stordire i sensi.
Io, seduta con la schiena appoggiata al grosso masso al centro del giardino, le gambe piegate e uno spesso quaderno appoggiato ad esse, scrivevo.
Il Maestro ed i miei fratelli se n’erano andati di buon ora al lago, quella mattina... ed io, rimasta sola, mi ero sistemata in quell’angolo di pace... mi piaceva scrivere, mi rilassava.
Non sapevo per quanto tempo ero rimasta lì, mettendo nero su bianco pensieri, idee, riflessioni, sogni, visioni, considerazioni...
Poi, di colpo, quel rumore proprio dietro le mie spalle.
Sussultai... sussultai tanto violentemente che tutto mi scivolò di mano, l’inchiostro si rovesciò ma io non ci feci caso...
Allarmata mi voltai indietro, verso il viale e quel rumore inatteso.
Un attimo solo di spavento... poi sorrisi leggermente.
“Guisgard!” esclamai.
Il ragazzo aveva scavalcato alquanto rumorosamente la staccionata che divideva il bosco dal giardino del casale ed ora stava procedendo verso di me...
“Mi hai spaventata!” soggiunsi, quando mi ebbe raggiunto “Che cosa fai qui? Il Maestro ha detto che non sareste tornati prima di sera!”
“Si, ma tu eri rimasta qui da sola! Volevamo solo accertarci che stessi bene!”
Sorrisi di nuovo...
“Che cosa potrebbe mai accadermi qui?”
“Oh, non si può mai sapere...” minimizzò lui, con un’alzata di spalle.
Lo studiai per appena un istante, poi sorrisi...
“Gliel’hai messa tu questa idea in testa al Maestro, vero? E... lasciami indovinare... solo per allontanati un po’... per venire qui... perché... perché tu ti annoi ad esercitarti con tutti gli altri, vero? Ti secca ripetere gli stessi esercizi cento volte...”
Lui mi lanciò un’occhiata obliqua...
“Non so di che cosa parli...” rispose con un’alzata di spalle e fin troppa noncuranza per risultare credibile. Poi, di scatto, si sedette vicino a me e sbirciò il quaderno che avevo raccolto e con cui stavo distrattamente giocherellando...
“Allora...” soggiunse “Che cosa stavi facendo?”
“Scrivevo!” risposi, chiudendo prontamente il quaderno.
“Che cosa?”
“Molte cose!”
I suoi occhi indugiarono ancora per qualche istante su quel quaderno, ora stretto tra le mie mani... poi tornarono sul mio viso...
“Perché?”
“Beh... perché mi piace. Perché mi rilassa. Perché mi aiuta a riflettere.”
“Ed hai... hai scritto anche qualcosa su di me, lì?”
Lo fissai ed un grande sorriso mi si allargò sulle labbra...
“Perché vuoi saperlo?” domandai.
Lui mi scrutò per un istante, poi batté le palpebre e il suo sguardo cambiò... ed anche lui sorrise.
“Dai, vieni...” disse, prendendo la mia mano e tirandomi in piedi “Ho visto un nido di pettirossi venendo qui... te lo mostro prima di tornare al lago!”

Aprii gli occhi con un piccolo sospiro...
La mano di Guisgard era ancora intrecciata alla mia ed io potevo sentire il suo respiro lento e tranquillo... dormiva... sorrisi e sollevai una mano a carezzargli piano i capelli... anche lui doveva essere stanco, molto stanco, anche se non lo avrebbe mai e poi mai ammesso.
Non sapevo per quanto tempo avevo dormito... non sapevo quanto fosse presto, o se fosse tardi... ma sapevo che non volevo svegliarlo, non ancora. Volevo che riposasse.
E fu così... sfiorando con la punta delle dita i capelli di Guisgard e ripercorrendo distrattamente quel sogno che mi aveva appena attraversato la mente, che le parole dell’anziano guardiano mi tornarono alla mente...
“L’arcano...” aveva detto “… lo ricordo perfettamente... e voi, milord? Voi segnaste anche questo nel vostro diario, rammentate? Tutto è raccolto in quel libricino... i sogni, il viaggio e tutto il resto...”
Un libricino... un quaderno che Andros teneva... un quaderno come quelli che tenevo io...
Un brivido mi corse lungo la schiena a quell’idea... un brivido di paura e di eccitazione insieme... perché se solo avessimo potuto mettere le mani su quel libro, quante e quante cose avremmo scoperto, quanti e quanti misteri svelati, quante e quante domande avrei potuto rispondere...
Ma dove poteva essere quel quaderno, adesso?
Poteva essere in quel palazzo?
Potevamo provare a cercarlo?
La mia mano, che ancora stava accarezzando piano i capelli di Guisgard, si bloccò di colpo... a lui non sarebbe piaciuta quella mia idea, non gli sarebbe piaciuta affatto.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."


Ultima modifica di Talia : 11-04-2012 alle ore 10.22.55.
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