E anche stanotte è terminato il mio giro d'ispezione.
Le stradine di Camelot, più si va verso il centro, dove sorge il borgo fortificato, più si fanno strette.
Ad un certo punto riesce a passarci solo una persona per volta...
Le botteghe sono chiuse e le locande lasciano uscire gli ultimi odori e profumi che salgono verso le soffuse luci di qualche finestra ancora aperta.
Chissà, forse sono lasciate aperte perchè qualche innamorato arrivi a suonare una serenata, o a recitare qualche verso alla sua bella che attende sospirando.
Tutt'intorno a me è dominato da un malinconico silenzio, interrotto solo dai miei passi sui ciottoli umidi e consumati.
“Dove andate, cavaliere?” All'improvviso una voce.
“Chi è là?”
“Solo una zingara...” avvicinandosi lei “... dove siete diretto?”
“E chi lo sa...” sorridendo io “... forse a vedere dove finisce la notte...”
“Volete che vi legga la mano?” Fissandomi lei. “Vi costerà solo una moneta. Posso rivelarvi qualsiasi cosa... passato, presente e futuro.”
“E va bene.” Annuendo io.
“Cosa volete conoscere?” Prendendo la mia mano tra le sue. “Fortuna? Fama? Amore?”
“Tutto questo solo per una moneta?”
“Si, cavaliere.” Annuendo lei. “Volete sapere se sarete re?”
“Non sono così ambizioso.” Sorridendo io. “E magari già lo sono.”
“Allora volete che vi dica di lei?” Fissandomi la zingara. “Se vi ama oppure no?”
“E cosa ti fa credere che ci sia una dama?”
“Ogni cavaliere ne ha una.” Sorridendomi. “Voi no? Volete allora amare me stanotte? Vi costerà solo un'altra moneta, cavaliere.” Con malizia lei.
“Vali così poco, amica mia?” Sorridendo io. “Una sola moneta basta per avere il tuo bel corpo e il tuo cuore?”
“Solo per il mio corpo, milord...” guardandomi “... il mio cuore no, non è in vendita... esso appartiene ad uomo... un uomo che sposerò a Novembre, se Dio vorrà... ma mi occorre denaro per poter fuggire via con lui...”
“Eccoti allora tre monete...” porgendole il denaro io “... tre Taddei d'oro...”
“Grazie, milord!” Prendendo il denaro lei.
“Voglio solo che tu legga dei miei sogni di stanotte...” mostrandole di nuovo la mia mano “... dimmi cosa sognerò...”
“Voi cercate un tesoro, cavaliere...” guardando la mia mano “... un tesoro inestimabile... un tesoro grande come un sogno... e stanotte lo sognerete...”
E salutata la zingara, ritorno verso il mio palazzo, percorrendo a ritroso le strette stradine.
Ora anche le ultime finestre sono chiuse.
E forse qualche innamorato le ha già scavalcate, trovando ad attenderlo sospiri sognanti e dolci baci.
Buonanotte, Camelot...