Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Andros continuava a fissare quel vecchio eremita.
“Cosa significa?” Domandò con aria sospettosa. “E' una specie di gioco per leggermi nella mente? Siete un alchimista, uno stregone o cosa?”
“Oh, per carità, amico mio!” Esclamò il vecchio. “Niente di tutto questo... avanti, ditemi chi secondo voi possiede davvero quel Fiore...”
“Perchè?”
“Per passare il tempo...” fece il vecchio “... abbiamo un fuoco per scaldarci, del pane e del formaggio con cui cibarci... non credo occorra altro per potersi sentire i padroni del mondo... e due chiacchiere distenderanno di certo i nostri spiriti...”
“Non saprei riguardo a quell'arcano...”
“Non è un arcano.” Lo corresse il vecchio. “Non vi è nulla di misterioso in quel racconto... la risposta è solo celata, racchiusa... avanti, portatela alla luce...”
“Non saprei...” scuotendo il capo Andros “... devo rifletterci...”
“Certo.” Annuì il vecchio. “Ora mangiamo... dopo riposeremo...”
Trascorse così la sera e poi la notte.
I sogni seguirono le preoccupazioni e il sonno ammansì le inquietudini.
Venuto il mattino, Andros ed il vecchio uscirono per il bosco, conversando delle colline e del tempo, delle stagioni e dei prodotti della terra, degli uomini e della storia.
Tornati nella grotta, di nuovo il vecchio chiese ad Andros di quel Fiore e del suo vero possessore.
Ma anche stavolta egli non seppe rispondere.
Trascorse così anche il secondo giorno e al terzo, di nuovo, il vecchio domandò al suo ospite di quel Fiore e del suo vero possessore.
Ma Andros ancora non aveva una risposta.
Verso mezzogiorno nella grotta arrivò un altro viaggiatore.
Era un menestrello che aveva smarrito la via, perdendosi così nel bosco.
Il vecchio offrì anche a quello la sua ospitalità, dandogli da mangiare e da bere.
Il cantore, allora, per ringraziarlo, decise di recitare alcuni versi:
“Se per incanto l'Amore Vero fosse un Fiore,
saprei ben io a quale concedere il mio favore.
Partirei si per contrade e terre da tutti ignorate,
cercando per prati e su piante mai da alcun violate.
Ed io, son certo, lo troverei nel più magico Giardino,
ove luce e acqua lo custodiscono come Frutto Divino.
Colto, lo conserverei per sfogliarlo a ogni mio risveglio,
conoscendo così dalla vita il suo valor, senza alcun periglio.
Ed ogni petalo mi mostrerebbe del mondo gli immensi tesori,
e viaggiar per mari e colli, cercando della vera Gioia gli albori.
Si e lo cercherei senza mai alcuna sosta e col massimo impegno,
poiché, ben lo so, che di Amore quel Fiore è il suo sommo pegno.
E destandomi comprenderei con gli occhi del mio cuor ogni cosa...
quel Fiore ha il tuo volto, che sbocci e mi doni amore, o mia sposa.”
Appena il menestrello terminò, Andros si alzò di colpo in piedi.
“Ora so...” fissando il vecchio “... ora so chi possiede davvero quel Fiore...”
Talia aveva appena smesso di parlare e l'eco delle sue parole ancora risuonò per qualche istante nella grotta, nella quale poi subito dopo calò un profondo silenzio.
“Dove hai appreso quelle strane parole, Talia?” Domandò Guisgard alla ragazza. “E cosa significano?”
Il cavaliere era visibilmente turbato.
“E quell'arcano...” mormorò poi.
“Non credo sia un arcano...” lo interruppe il vecchio “... non racchiude una soluzione da trovare...”
“Talia, dove hai sentito queste cose?” Fissandola Guisgard.
“E' ovvio che le ha viste nella pietra...” fece il vecchio.
Guisgard si voltò di scatto, guardandolo con stupore.
“Quella pietra parla” continuò il vecchio “attraverso i suoi bagliori ed i suoi riflessi... ma gli occhi possono percepire solo una parte infinitesimale di quel suo mistico luccichio.”
“Parlate come se quella pietra fosse magica...”
“Eh!” Con una smorfia il vecchio. “Provate a strofinarla” con sarcasmo “e guardate se fuoriesce qualche genio per esaudire dei desideri!”
“Ne ho fin sopra i capelli” sbottò Guisgard “dei vostri modi!”
“Allora andate a scaricare la tensione nel bosco!” Esclamò il vecchio. “E approfittatene per procurarci qualcosa da mangiare!”
“Siete incredibile...” scuotendo il capo il cavaliere “... davvero incredibile...”
“Volete forse far morire di fame vostra moglie?” Fissandolo il vecchio. “Su, rendetevi utile e uscite a cacciare qualcosa. Siete un cavaliere no? Ecco, lì c'è il mio arco con la faretra... ah, raccogliete pure qualche fragola selvatica, così vostra moglie potrà avere anche una gustosa marmellata.”
Guisgard si voltò verso Talia.
“Di cosa avete paura?” Fece il vecchio. “Che possa rapirla durante la vostra assenza? Avanti, su. Mi avete già irritato abbastanza, ora devo mangiare qualcosa o diventerò davvero scontroso.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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