Elisabeth aveva così aperto quei rotoli.
In essi era disegnata una sorta di mappa e descritta una strada che da Tylesia conduceva ad un luogo imprecisato della selva che circondava la città.
Vi era una sola scritta:
“Il sogno di Calunda.”
“Cosa c'è in quei rotoli, milady?” Domandò Reas, avvicinandosi ad Elisabeth. “Il buon Goz ama disegnare, ma temo che poco di veritiero racchiudano i suoi disegni...”
Isolde invece non rispose niente alle parole di Elisabeth, restando a fissare la donna e quei rotoli fra le sue mani.
Solo dopo alcuni istanti riprese un po' di colorito e cominciò a dire:
“Capitano, dite il vero... quel Goz è pazzo e si rischia solo di perdere tempo a seguire le sue farneticazioni... la nostra lady Elisabeth ama invece tutto ciò che è assurdo, oscuro ed inquietante... temo di non sentirmi molto bene... deve trattarsi di uno dei miei soliti mal di testa... mi accompagnate per favore? Vorrei ritirarmi nella mia stanza...”
“Perdonatemi, milady...” rispose Reas “... ma lady Elisabeth ha chiesto di parlarmi... vi farò accompagnare da un servitore, se permettete...”
“Lasciate stare...” infastidita Isolde “... vi lascio alla nostra dama...” e si allontanò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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