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Vecchio 02-05-2012, 02.48.48   #1864
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard era inquieto.
Tutta quella storia lo rendeva tale.
E poi si era aggiunta la strana atmosfera che aleggiava nella grotta del vecchio.
Ma come sempre accadeva, bastavano le parole di Talia, uno suo sguardo, stringerle la mano o una sua carezza, per calmarlo, tranquillizzarlo.
Lui allora si lasciò guidare dalla voce di lei, dalle sue preghiere e dai suoi desideri.
Guisgard non rispose nulla, abbandonandosi solo ad un lungo respiro.
Si voltò a fissarla mentre lei era ancora con la testa sulla sua spalla.
E le sorrise.
E quel sorriso scacciò, per un po', i suoi cupi e malinconici pensieri.
Talia era avvolta nei suoi lunghi capelli chiari, lievemente arricciati dall'umidità di quel luogo, con gli occhi scintillanti per i bagliori del fuoco ed il volto provato dalla fatica.
Talvolta Guisgard pensava a quel loro lungo viaggio.
Un viaggio fatto di mille insidie, che come meta aveva qualcosa di indefinito e sfuggente.
Lui allora pensava a lei, a come era riuscito ad esporla a tutti quei pericoli.
Avrebbe voluto ben altro per lei.
Talia era come una bambina, come un fiore che si apriva al mondo, sbocciato e fiorito nel giardino del Casale degli Aceri.
E andava protetta.
“Allora?” Fissandolo il vecchio. “Dobbiamo morire di fame?”
Guisgard scosse il capo, come se quella voce lo avesse riportato di nuovo alla realtà.
“Su, io ravviverò il fuoco...” continuò il vecchio “... non vorrete davvero che vostra moglie si indebolisca a furia di digiunare?”
Guisgard allora prese la mano di Talia per accarezzarla.
“Farò presto, gioia...” le sussurrò, dandole poi un bacio sulla fronte.
Si alzò per dirigersi allora verso l'uscita della grotta.
Sheylon lo seguì con lo sguardo.
“Non portate con voi la vostra tigre?” Domandò il vecchio.
“No, la tigre resterà qui.” Con un lieve sorriso Guisgard.
Infatti Sheylon era rimasto fermo al suo posto, accanto a Talia.
“Ah, capisco...” fece il vecchio, sorridendo anch'egli “... l'avete addestrata bene, vedo... Flender!” Chiamò.
Subito uno dei suoi cani si alzò e cominciò a seguire Guisgard.
“Non voglio dover badare ad uno dei vostri cani.”
“Sarà lui a badare a voi.” Rispose il vecchio. “Questa zona è infestata dai lupi.”
Guisgard, allora, preso l'arco con le frecce, uscì dalla grotta, seguito da Flender.
Uscito il cavaliere, uno strano silenzio scese nella grotta.
Talia, avvolta dalle tenebre della sua cecità, sentiva solo il rumore della legna che si consumava sul fuoco ed il pesante respiro di Sheylon accanto a lei.
Poi cominciò a sentire freddo.
“Le visioni...” disse all'improvviso il vecchio “... siete certa che queste visioni non siano solo vostre allucinazioni? Che non siano un modo per fuggire da ciò che vi angoscia e spaventa? Ne siete certa?”
Talia avvertì il luccichio, più intenso e prolungato, della pietra che aveva al collo.
E per un attimo la voce del vecchio sembrò mutare.

“Le visioni...” disse all'improvviso “... siete certa che queste visioni non siano solo vostre allucinazioni? Che non siano un modo per fuggire da ciò che vi angoscia e spaventa? Ne siete certa?”

Per un attimo la voce del vecchio sembrò mutarsi in quella del maestro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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