Reas, nel vedere giungere Elisabeth, le andò incontro.
“Vedo che siete in perfetta tenuta per l'avventura!” Esclamò guardandola. “Allora non perdiamo altro tempo!” Ma in quel momento qualcosa attirò la sua attenzione. “Sta arrivando la regina...” mormorò “... non voglio che sappia di questa nostra missione, milady... temo si preoccuperebbe... fate finta di niente... e reggetemi il gioco...”
La regina li raggiunse.
“Milady...” salutando Elisabeth “... capitano...” fissando poi Reas “... che fresco e gradevole pomeriggio, non trovate?”
“Si, maestà.” sorridendo Reas.
“Siete in abiti civili...” disse la regina “... come mai?”
“Vedete, maestà...” rispose il militare “... devo recarmi in campagna...”
“Come mai?”
“Un mio vecchio zio” spiegò il capitano “mi ha chiamato e devo raggiungerlo nella sua casa in campagna... sono tornate le sue figlie e per questo vuole festeggiare con tutti i suoi familiari... è molto anziano e ha lavorato tutta la vita... non voglio togliergli la gioia di poter rivedere unita la sua famiglia... col vostro permesso, naturalmente...” mostrando un lieve inchino.
“Si...” sospirò malinconica la sovrana “... si, andate...” alzò gli occhi verso le torri e verso il cielo di Tylesia “... com'è malinconica Tylesia... le ombre del meriggio morente non sono ancora tanto lunghe da rendere mesta la città, eppure sanno benissimo giungere al cuore di chi resta ad attendere l'avvento del crepuscolo...”
“Siete triste e afflitta, maestà?”
“Non è tristezza, ma solitudine...” chinando il capo Destefya “... e la solitudine nasce sempre da un profondo vuoto... andate, capitano... andate e donate gioia ai vostri familiari...” e si allontanò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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