A quelle parole di Elisabeth, la donna sbiancò.
“No...” disse, tradendo inquietudine “... no... vi ringrazio, milady... ma non credo sia il caso...”
“Invece credo che lo sia.” Alzandosi Reas ed avvicinandosi a lei ed alla sua bambina. “Uscire da sola con la vostra piccola è troppo pericoloso. A quest'ora la selva è dominio di belve feroci.”
La donna cercò lo sguardo del monaco, come a voler chiedere sostegno.
“Si, i nostri ospiti hanno ragione.” Disse il religioso. “Nessuno lascerà questo luogo stanotte. Domani ripartirete insieme alla vostra bambina.” Si voltò poi verso Elisabeth. “Cosa sta succedendo? Vi ho già detto... si sta combattendo una guerra... una guerra terribile...”
Il cancello era aperto ed Elisabeth poteva intravedere parte di ciò che custodiva.
Ad un tratto udì una dolce melodia e un attimo dopo vide Fin Roma fermo sull'ingresso.
In quel momento giunse la regina Destefya.
Fin Roma sorrise alla sovrana.
“Voglio entrare...” disse la regina “... ho bisogno del suo profumo, dei suoi colori...”
“Forse è tardi.”
“Voi mi avete insegnato che non è mai tardi, milord...” sussurrò Destefya.
“Presto arriveranno qui.” Disse Fin Roma.
“E cosa accadrà?”
“Lo porteranno via.” Rispose Fin Roma.
“E' tutto ciò che mi resta di lui!” In lacrima la regina. “E' irragionevole!”
“La Ragione è la mia più acerrima nemica.” Fissandola il menestrello.
Quella visione attraversò lo spirito di Elisabeth e si dissolse un attimo dopo.
“Venite, vi mostrerò la vostra stanza...” fece il monaco.
“Si, grazie.” Annuendo Reas.
“Seguitemi.” Disse loro il monaco, conducendoli poi in una piccola stanza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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