Cittadino di Camelot
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Le mie dita strinsero lo stelo di quelle due rose ed io, sentendone subito il dolce profumo, sorrisi...
“E così Lancillotto, per amore della regina Ginevra, fece ciò che nessun altro mai avrebbe osato...”
Guisgard, seduto al centro di un gruppetto di fratelli, accanto al muretto che delimitava il giardino e lo divideva dal bosco di Suessyon, raccontava... la voce chiara e vibrante, il tono fervente, gli occhi luminosi.
Io, accomodata poco distante, tendevo le orecchie per ascoltarlo con attenzione mentre, distrattamente, terminavo di ripiegare alcune tovagliette per l’altare della cappella del Casale.
“Chiacchiere!” sentenziò ad un tratto, in appena un sussurro, una voce subito dietro di me. Mi voltai di scatto, quindi, e trovai Fyellon seduto su di una grossa pietra lì vicino... era arrivato tanto piano che non me ne ero accorta.
“Cosa?” domandai.
“Bah... tutto!” ribatté con un’alzata di spalle, accennando a Guisgard e agli altri “Sono tutte sciocche storie infondate, balle infarcite di miele, miti e leggende senza nessuna utilità... ma non c’è niente di vero in ciò che dice! Assolutamente niente di reale!”
Sospirai a quelle parole e tornai ad abbassare gli occhi sul mio lavoro...
“A me piacciono le sue storie!”
“Oh, ma questo lo so bene!” sussurrò lui, vagamente sarcastico “E... credimi, poche cose mi deludono allo stesso modo!”
“Fyellon!”
“Cosa?” i suoi occhi si fecero improvvisamente di fuoco “Cosa, Talia? Ma non capisci che ti sta solo ingannando? Ti incanta con mille racconti di terre lontane e misteriose, con immagini di viaggio... ti fa sognare... e poi? Realizzerai mai quei sogni, Talia? Te lo dico io: no! Non ne realizzerai neanche uno perché il tuo destino è un altro... e lo sai!”
Mi irrigidii a quelle parole...
“E tu che cosa credi di saperne di ciò che sogno?” ribattei, la voce bassa ed improvvisamente dura.
Fyellon fece una piccola smorfia di disappunto...
“Probabilmente niente!” rispose poi “Ma sono pur sempre tuo fratello... e so che la vita nel Tempio non fa per te. Ti vedo, sai? Ti osservo qualche volta... tutto ciò che fai per la Cappella, lo fai solo perché è ciò che il Maestro vuole, lo fai per non dispiacere a lui, e non per altro... Tu non vuoi essere una sacerdotessa, lo so, e Guisgard non fa che alimentare questi tuoi sogni! Ma ricorda questo, Talia: tu alla fine farai esattamente ciò che ci si aspetta da te, diventerai una sacerdotessa perché è questo che il Maestro vuole... e né Guisgard, né nessun altro Lancillotto dei miei stivali potrà mai farci niente! I sogni non servono a niente, Talia, se non a farti soffrire di più alla fine! Difficilmente si realizzano... e certamente non nel tuo caso!”
Quelle parole fredde e dure, pronunciate quasi in un sussurro, mi ferirono profondissimamente... per qualche attimo rimasi immobile, stordita dal dolore... e poi, incapace di reagire, raccolsi tutte le mie cose e scappai via.
Raramente avevo provato tanto dolore e tanta angoscia prima di quel momento... nessuno dei miei fratelli parlava mai espressamente del voto e del mio futuro, Guisgard per primo... ma quel giorno quelle parole aspre di Fyellon aprirono una ferita nella mia anima che credetti insanabile...
E come sempre accadeva quando era molto triste, finii in quell’angolo di cortile che il Maestro aveva riservato solo a me, perché io potessi accudire le mie piante, attività che prediligevo sopra ogni altra cosa.
Quel giorno, tuttavia, neanche quello sembrava volermi dar conforto... le splendide rose dal colore appena madreperlato che crescevano ben oltre il lago e che io avevo convinto il Maestro ad andare a prendere per me, perché desideravo tentare di far ambientare al Casale, infatti, non volevano saperne di attecchire e continuavano bellamente a morire, in barba a tutto il mio impegno, al tempo che dedicavo loro, alle mie cure e ad ogni genere di espediente cui ero ricorsa... erano rimaste solo le ultime due piante, ormai, ed anche quelle erano pressoché seccate... cosa, questa, che mi causava un vivo senso di frustrazione, oltre il sonoro dolore che ancora le parole di Fyellon stavano generando nel mio cuore...
“Hey, sei qui!” esclamò, ad un tratto quella voce familiare.
Guisgard saltò la bassa staccionata di legno che delimitava il mio angolino privato e venne verso di me, sorridendo...
“Questa mattina te ne sei andata prima che finissi di raccontare quella storia...” disse, sedendosi vicino a me...
Io non risposi, limitandomi ad annuire.
“Perché?” chiese.
Mi strinsi nelle spalle.
Lui mi osservò per un istante, poi sospirò...
“Cos’hai? Perché sei triste?”
Non risposi subito, continuando ad armeggiare intorno a quelle rose, ma poi, sentendo il suo sguardo indagatore su di me, mi decisi ad aprire bocca...
“Non sono triste!” mentii “Non ho niente!”
Lui rimase in silenzio per qualche istante poi, con uno strano tono, chiese...
“Non ti piaceva la storia che raccontavo oggi?”
“Non lo so... non ci ho pensato!” dissi, rassegnandomi e gettando stizzosamente di lato una di quelle piante ormai secca...
“Sai cosa si dice? Che nessuno capisse Ginevra come il prode Lancillotto... se lei era triste lui lo vedeva subito... e nessuno, Talia, nessuno poteva scacciare via la tristezza della regina Ginevra come lui!”
Chiusi gli occhi a quelle parole... all’improvviso mi sentivo infinitamente male, le parole di Fyellon mi rimbombavano nella mente ed io, pur desiderando con tutta me stessa non sentirle più, non sapevo come farle tacere...
“Basta, Guisgard!” dissi allora, piano, con voce quasi implorante “Basta, ti prego!”
“Che succede?” chiese ancora, con il mio stesso tono basso “Talia... cos’hai? Dimmelo! Sai, Lancillotto...”
“Basta!” lo interruppi, il cuore ormai a pezzi e gli occhi pieni di lacrime “Basta con Lancillotto! Basta, Guisgard... tu nomini spesso Lancillotto ma non hai capito niente! E forse è vero che sono tutte soltanto storie false! Sogni! E forse è vero che i sogni non si realizzano mai! Forse è vero che Lancillotto non poteva affatto leggere nel cuore di Ginevra... E forse... Forse, addirittura, ha ragione Fyellon ed è tutto inutile. Ed è tutto sciocco!”
Mi alzai in piedi, tremavo... ma Guisgard, alzandosi a sua volta, mi afferrò per un polso prima che potessi fuggire via...
“Fyellon?” chiese lentamente, osservando i miei occhi lucidi “Che cosa c’entra Fyellon, Talia? E’ lui che ti ha messo queste idee in mente? Era questo che ti stata dicendo questa mattina in giardino?”
Non risposi... non potevo, tremavo tanto e tanto a stento riuscivo a contenere lacrime e singhiozzi che ero certa che se avessi parlato non ci sarei riuscita più...
“Ma non è vero...” sussurrò ancora lui dopo qualche istante, lasciando il mio polso e sfiorandomi i capelli “Non è vero niente! Lancillotto sa bene cosa c’è nel cuore di Ginevra, può leggervi... ed ognuno dei sogni che le descrive sono reali...”
Scossi appena la testa, ma lui non mi lasciò obiettare...
“Ognuno di quei sogni è reale... Talia, credimi... non ci sono bugie. Non ti mentirei mai!”
Guisgard attese che mi calmassi, attese che il mio respiro tornasse regolare e che smettessi di tremare poi, lasciatami nella Cappella, sparì... non lo vidi più per tutto il pomeriggio ed anche la sera, per la cena, giunse molto tardi... era spettinato ed accaldato ma sorridente, non capii.
Non capii fino a quella sera, quando, giungendo nella mia camera, vi trovai due piccoli vasi di terracotta che accoglievano due rametti di quelle rose madreperlate che tanto desideravo ma che crescevano solo oltre il lago e che, ormai, credevo non poter più avere...
Mi avvicinai sorpresa e ne presi uno tra le mani... e fu allora che notai quel biglietto...
‘Lancillotto sa ciò che Ginevra desidera. Ogni sogno di Ginevra è per Lancillotto una missione.’
Sorrisi...
Quell’anno, per la prima volta, al Casale fiorirono le rose color perla.
Quel lontano, lontanissimo ricordo scivolò tra i miei pensieri quando il profumo di quelle rose mi raggiunse...
I miei occhi si bagnarono di nuovo... ma sorrisi.
“Devono essere meravigliose...” mormorai “Meravigliose! Le rose color madreperla... Oh, Guisgard... darei qualsiasi cosa per vederle...”
Lentamente mi avvicinai e gli poggiai un bacio sulla guancia...
“Grazie!” sussurrai “Grazie!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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