Visualizza messaggio singolo
Vecchio 23-05-2012, 15.19.24   #2130
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Rimasi in silenzio per un lungo, lunghissimo momento quando Guisgard ebbe finito di parlare... udii grida ed applausi intorno, poi silenzio, una voce lontana, poi ancora applausi e di nuovo silenzio... eppure non badavo a niente di tutto quello... il mio cuore batteva forte, tanto forte che temevo quasi tutta la piazza potesse udirlo.
Avvertivo molti sguardi su di me, eppure era uno soltanto quello cui ponevo attenzione... uno sguardo penetrante eppure carezzevole, uno sguardo che conoscevo bene...

L’aria era fresca e pulita quella mattina e l’odore dell’erba bagnata si confondeva con quello, più delicato, dei gelsomini già in fiore. Io, seduta sul grosso tronco cavo proprio al centro del giardino, scrivevo... era uno dei miei compiti annotare ciò che accadeva: scrivevo ogni giorno ciò che avveniva al Casale, come in una sorta di giornale, ed allo stesso tempo annotavo le mie sensazioni, i sogni che facevo, i miei progressi e le sconfitte... il Maestro desiderava che lo facessi, sosteneva che quell’attività mi avrebbe aiutata a capire meglio il mio dono. E poi a me piaceva scrivere.
Poi, ad un tratto, chiaro come un raggio di sole, l’avvertii... non un suono incrinò l’aria, eppure io avvertii quella presenza esattamente dietro di me, immobile ad una certa distanza, avvertii quello sguardo tra l’incuriosito ed il diffidente, e quella sorta di vaga indecisione...
Non mi voltai, tuttavia.
La mia mano, anzi, continuò a muoversi rapida sul foglio, fermandosi di tanto in tanto a riflettere, giocherellando con la piuma.
Passò così qualche momento... infine, senza tuttavia sollevare lo sguardo, sorrisi...
“Puoi avvicinarti, se vuoi!” dissi.
Lo sentii sussultare, stupito... lo sentii incerto sul da farsi... e così, prima che lui potesse prendere una qualsiasi decisione, sollevai gli occhi e mi voltai a guardarlo...
Il ragazzino esitò solo un attimo, come colto in fallo, poi, con passo lento e vagamente guardingo, si avvicinò e si sedette a sua volta sul tronco, nel punto probabilmente più distante da me che gli fu possibile scovare. Io chiusi il quaderno e rimasi a fissarlo...
“Stavi cercando il Maestro?” domandai allora.
Lui non rispose.
“Non è qui, comunque!” ripresi dopo qualche momento “E’ alla radura con i fratelli. Ci vanno tre giorni alla settimana... sai, per gli esercizi con la spada... ed oggi è uno di quei giorni!”
Lui, sempre immobile, mi fissava in silenzio... aveva uno sguardo che non avevo mai conosciuto in nessun altro prima: quei suoi occhi spropositatamente chiari erano penetranti come non mai eppure, in qualche maniera, quello sguardo non mi infastidiva, né mi creava disagio...
Attesi che dicesse qualcosa, ma lui non mi parve intenzionato... Gli sorrisi...
“Forse un giorno il Maestro porterà anche te alla radura!” continuai “Per il momento credo che ritenga non sia il caso... penso che desideri che ti ambienti un po’, prima! Sai... il Maestro è un uomo buono, si prende cura di noi come fosse nostro padre, anche se in verità noi non siamo tutti figli suoi... ognuno di noi ha una storia diversa ed ognuno è giunto qui in un modo diverso, ma il Maestro dice che non è importante il modo in cui siamo arrivati, ciò che conta è che ci siamo e lui dice che se il Destino ci ha infine condotti qui è senz’altro per un motivo!”
Un’altra breve pausa in attesa di una sua qualche reazione che, di nuovo, non venne...
“E, magari, questo vale anche per te, sai?” proseguii dunque “Anzi, ne sono certa! E credo che anche il Maestro pensi questo!” tacqui infine e lo scrutai per qualche istante...
I suoi occhi vivi e brillanti erano su di me, mi scrutavano e quasi sembravano studiarmi... erano occhi indagatori... però adesso mi sembrava che quello sguardo ostentatamente diffidente che lo aveva contraddistinto fin dal suo arrivo si stesse un poco addolcendo, sebbene non una parola fosse ancora uscita dalle sue labbra.
“Sono già tre giorni che sei arrivato qui!” esclamai infine “E nessuno di noi ti ha sentito pronunciare una sola parola! Neanche il tuo nome ci hai detto! Qualcuno dei miei fratelli crede che tu sia come Nestos... sai, Nestos non può parlare e si esprime con un linguaggio suo, un linguaggio fatto di gesti! Ma io non credo che tu sia così! No... io credo che tu, semplicemente, non voglia farlo! E’ così, vero? Non vuoi parlare con noi... non vuoi... perché non ti fidi di noi, forse!” esitai un attimo e gli lanciai uno sguardo di sottecchi, come sperando di coglierlo in fallo... ma non accadde.
E così, infine, con un sospiro, mi arresi.
Scavalcai il tronco con entrambe le gambe e mi lasciai scivolare a terra...
“E tardi!” dissi, senza guardarlo più “Tra poco il Maestro e gli altri torneranno... sarà meglio che vada ad accendere il camino, saranno stanchi!”
E fu allora che lo vidi, quel piccolo e delicato fiore candido che cresceva da solo in quell’angolo di giardino... solitario e diffidente, un po’ come quel curioso nuovo arrivato... mi piegai, dunque, e colsi quel fiore, per poi voltarmi e porgerlo al ragazzino...
Lui osservò il fiore un istante, poi tornò a guardare me... era visibilmente stupito.
“E’ un dono!” spiegai, con un lieve sorriso “Per te! Perché spero che prima o poi tu possa credere che non hai niente da temere qui... che, qualsiasi cosa ti sia successa, ora non devi più preoccupartene... perché ora hai trovato una casa e, se vorrai, tutto andrà bene da adesso in poi!”
Di nuovo mi voltai e feci per andarmene, ma quella voce mi bloccò... una voce calda e bassa...
“Guisgard!” disse.
Il mio cuore si fermò per un istante, poi prese a battere più velocemente... ed i miei occhi tornarono ad incrociare i suoi...
“Il mio nome...” ripeté “Il mio nome è Guisgard!”
Sorrisi...
“Il mio è Talia!”


Quel ricordo mi attraversò la mente alla velocità della luce quando la voce di Guisgard si spense in un sussurro... i miei occhi si chiusero per trattenere tutta l’emozione che le sue parole mi avevano fatto nascere dentro... emozione tradita, però, dal battito frenetico del cuore e da quel rossore inopportuno che, ne ero certa, mi aveva tinto le guance.
Sospirai... un sospiro profondo e dolce...
Avrei voluto dirgli tante cose, avrei voluto dirgliele da sempre... eppure mai avevo avuto il coraggio di farlo...
Lentamente cercai la sua mano e, trovandola, mi alzai in piedi... improvvisamente dimenticai dove eravamo, dimenticai che probabilmente c’erano decide di persone intorno a noi e che tutti ci stavano guardando, dimenticai tutto ciò che non era noi... e lentamente mi avvicinai...
__________________
** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

Talia non è connesso