Finendo il mio giro d'ispezione stanotte, ho udito un bardo recitare alla Luna.
Ieri è stata la festa di Pentecoste e nei romanzi cortesi solitamente è in questo giorno (insieme a quello della Santa Pasqua e dell'Ascensione) che cominciano le strabilianti avventure dei cavalieri di re Artù.
Che sia la sfida di un misterioso cavaliere che incarna vizi e peccati, una giostra nella quale dimostrare il proprio valore o il rapimento di una dama, è sempre in un giorno speciale e Santo che madonna Avventura si manifesta.
Così, è proprio in un giorno Santo che Meleagant giunge a Camelot per portare via la regina Ginevra.
Egli la terrà prigioniera a Gorre, un paese lontano e inaccessibile dal quale non si torna.
Lontano come la solitudine e inaccessibile come la malinconia.
E questa notte, dame e cavalieri, a voi non sembra magica abbastanza per confonderla con l'inizio di una superba avventura?
Partirò allora alla ricerca di Ginevra, racchiusa nei miei sogni, fino a Gorre se sarà necessario.
Salirò sulla Carretta dell'Infamia, attraverserò il Ponte della Spada e sfiderò in singolar tenzone Meleagant in persona.
Vinto il malvagio cavaliere, libererò la regina Ginevra ed ella mi ricompenserà con il dono più prezioso: il suo amore.
E al mio ritorno a Camelot, se Dio vorrà, narrerò di quest'avventura cominciata, proprio come in quei romanzi straordinari, nel giorno di Pentecoste...
Buonanotte, Camelot...