A Capomazda i bardi e gli aedi cantano della magnifiche gesta dei Santi, degli Angeli e degli eroi che fecero grande questa terra.
Guerre secolari, viaggi verso i confini estremi del mondo conosciuto e amori senza tempo hanno riempito e riempiono ancora oggi pagine e pagine, per poi essere tramandate da generazione in generazione come testimonianza delle benevolenza che il Cielo nutre verso Capomazda e i suoi abitanti.
Tra i miti più conosciuti vi è senza dubbio quello che narra della terribile Gioia dei Taddei, una maledizione imposta sulla nobile stirpe dei grandi di questa terra.
Tutto comincia proprio quando termina la grandiosa conquista di Sygma ad opera dell'armata capomazdese.
Il trionfatore è l'Arciduca Ardeliano, che contro ogni previsione spinge i domini del ducato oltre i più estremi e remoti confini di Capomazda, fino appunto a giungere nella terra di Sygma.
Acclamato come campione della Cristianità, Ardeliano verrà incoronato dal vescovo Rodberto nella cattedrale dedicata all'Assunta, col titolo di re e legittimando il tutto prendendo come sposa la principessa Gyaia, erede al trono di Sygma.
Nobile rampollo di un'aristocrazia antica quanto il mondo e formatosi all'Accademia Militare Ducale, Ardeliano comincia la sua carriera di Stratega prima e Capitano degli Alfieri poi con la testa piena di sogni cavallereschi e ideali eroici.
Cresciuto col mito del leggendario Ardea de Taddei, il giovane Arciduca sente di essere un predestinato, fatalmente portato a vivere grandi avventure e ad intraprendere gesta senza eguali.
E la conquista di Sygma sembra la realizzazione di queste sue convinzioni.
Egli però fallirà.
Imprigionato in un antico sogno e ancora innamorato di una donna del suo passato, Ardeliano non si renderà conto, se non quando sarà troppo tardi, del valore della nuova terra conquistata.
Si rivelerà così indegno di ciò che era riuscito a conquistare e si attirerà su di sé la terribile maledizione.
La Gioia dei Taddei da quel momento perseguiterà lui e i suoi successori, fino a quando, come recita una profezia, non sarà finalmente vinta.
La vittoria su Sygma, la conquista del cuore di Gyaia e l'imposizione della terribile Gioia dei Taddei sono magistralmente raffigurate su un gruppo di affreschi conservati nella cattedrale di Licinia, una città capomazdese.
Una leggenda vuole che la cattedrale, dedicata all'Annunciazione di Maria Vergine, sia rimasta chiusa per secoli, per volontà di un sacerdote oltraggiato dalla nobiltà Taddeide.
La liberò l'Arciduca Ardesia, che prima domandò perdono per aver mancato verso un consacrato del Signore e poi risolse l'enigma che il sacerdote imponeva a chiunque volesse riaprire la cattedrale.
L'enigma recitava così:
“Nasce, cresce e muore.
Può essere buona o cattiva.
Può essere un simbolo regale.
Può essere sospinta dalle onde.
La si può vedere durante certe messe.”
Ardesia risolse l'arcano e permise così alla cattedrale della Santa Annunciazione di riaprire le sue secolari porte, mostrando al popolo gli straordinari affreschi che narrano Della Gioia dei Taddei.
Il Peccato Originale, la caduta nell'abisso, il mito della Terra Promessa, l'Amore Vero e la Misericordia Divina sono i temi principali di questa straordinaria riflessione sull'ideale eroico che da secoli, ancora oggi, ispira poemi, tragedie e romanzi della letteratura della mia nobile terra.
E voi, dame e cavalieri di Camelot, riuscite a risolvere l'enigma della cattedrale di Licinia?