Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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XXIV Quadro: Per Sempre...
"La mia eternità è proprio opera tua."
(Novalis, Enrico di Ofterdinghen)
La corda cominciò a diventare tesa e poi a issare Talia sul muro di cinta.
“Talia...” sussurrò Guisgard che la stava attendendo dall'altra parte del muro “... sono qui, sotto di te... ora lascia cadere la corda e poi salta giù... ti prenderò io... e poi partiremo, lontano da tutto e da tutti...”
Esistono dei luoghi, se animati dalle nostre emozioni più profonde e travolgenti, capaci di far specchiare in essi qualcosa di mutevole, sfuggente, inafferrabile.
Luoghi in grado di adottare forme e fattezze diverse ed assumere le sembianze del sogno.
E fra questi luoghi vi è senza dubbio il bosco di Suessyon.
Nel suo verde ventre inquieto ed irregolare, primordiale e sterminato, pare a volte generarsi qualcosa di diverso, sconosciuto perchè mai visto su questa terra.
Talvolta è il cielo agitato da grosse nuvole crucciate che sembra sul punto di crollare sul bosco, come un mare in tempesta le cui onde si sferzano contro montagne millenarie, simili ad invalicabili scogliere, come barriere insuperabili, oltre le quali domina solo l'oblio del tempo perduto.
Altre volte sono i colori radiosi della novella Primavera a tingere il bosco, o i contorni sbiaditi dell'afoso cielo estivo a vestire di immutabili colori quel luogo.
O in certi casi è l'Autunno ad immalinconire con il suo silenzioso e tenue passaggio il verde polmone di Suessyon.
E proprio in uno di quei pomeriggi, quando cioè il bosco si apriva per divenire qualcos'altro, due giovani spiriti, come spesso accadeva, erano abbandonati al dolce canto della natura in fiore.
“Ho sentito che la figlia del Gastaldo” disse Talia “è fuggita con un giovane pastore. Ne parlava stamani il maestro con uno dei monaci venuti a raccogliere offerte per il monastero.”
Guisgard ascoltava in silenzio.
“Il padre, sembra, volesse darla in sposa ad un ricco vassallo.” Continuò lei. “E lei, che invece amava il pastore, ha deciso di fuggire con lui.”
Guisgard accennò un enigmatico sorriso.
“Si, lo so...” fissandolo Talia “... a te tutto questo sembra immensamente romantico e perciò approvi la loro decisione...”
“Tu invece no?” Domandò lui.
“Anche io certo...” rispose Talia “... ma per altri motivi...”
“Quali?”
“Beh...” disse lei “... soprattutto perchè non accetterei nessun tipo di imposizione, specie sulla mia felicità... è assurdo che qualcuno debba impormi scelte e decisioni non mie...” sorrise “... e poi sai bene che io sono sempre pronta ad osteggiare ogni tipo di gerarchia precostituita.”
“Ah, allora è un dispetto il tuo.”
“Che sciocchezza!” Esclamò lei. “Ovvio di no! Ma per me è inconcepibile che qualcuno possa decidere al mio posto! Resta però una situazione complicata...”
“Già.” Fece lui.
“Voglio dire...” tornando a fissare il bosco lei “... non sarà certo con questa fuga che risolveranno i loro problemi... i soldati di suo padre li cercheranno e saranno così sempre dei fuggiaschi... poi non avranno di che cibarsi... il Gastaldo infatti avrà di certo confiscato il suo gregge e la sua casa... insomma, li aspetta una vita di incertezze e difficoltà...”
“Magari per loro” disse lui “conta stare insieme. Amarsi contro ogni difficoltà ed al di là di ogni ostacolo... talvolta, anzi sempre, l'amore va meritato e conquistato.”
“Non volevo dire questo.” Voltandosi lei. “Non farmi apparire come la cinica di turno. Il romanticismo non è una tua esclusiva, caro cavaliere.”
Guisgard rise di gusto.
“Io invece non voglio di questi problemi...” avvicinandosi poi a lei “... se diventerò Gastaldo imporrò a tutti il mio volere e mi farò obbedire senza alcun problema.”
“Ed io ti odierò!” Esclamò lei.
“Ma come?” Sorridendo lui. “Se sarò Gastaldo tu sarai la mia preferita.”
“Grazie, è un onore che non desidero.”
“E avrò tanto denaro, così da poterti comprare tutto ciò che desideri... anche un tamburo per farti scendere in piazza e marciare contro le ingiustizie e le tirannidi.” E rise di gusto.
“Che scemo!” Disse lei. “Ti stai burlando di me! Ma tanto faresti una brutta fine anche tu, come tutti i despoti del mondo! Niente dura per sempre.”
“Beh, non è mica vero...”
“Cosa?”
“Che tutte le cose devono finire.” Strappando dell'erba da terra. “Io credo che quelle belle e importanti, invece, possano durare per sempre.”
Talia sorrise.
Spesso sorrideva, senza rispondere nulla, lasciando Guisgard in una dolce incertezza.
“Dove sei stato stamattina?” Chiese.
“Al monastero...” rispose lui “... si erano fermati degli attori itineranti perchè dovevano portare un dono promesso in voto...”
“Bello.”
“Già...” annuì Guisgard “... ho assistito alle prove di uno spettacolo che stanno preparando per poi rappresentarlo in paese...”
“Che spettacolo era?”
“Sembra buffo, ma il titolo riguarda il nostro discorso di poco fa...”
“Quale?” Domandò Talia.
“Quello sulla durata delle cose...”
“Nulla accade per caso.” Sorridendo lei. “Lo dici sempre tu, no? Dai, dimmi il titolo...”
“Il titolo era... Per Sempre...” disse lui “... vuoi sentire la trama?”
“Si, ti prego...”
“La storia parla di un attore...” fece lui “... vaga di città in città ed in ognuna rappresenta in teatro le sue opere... un giorno però sì imbatte in una strega... ella impone su di lui una terribile maledizione... non vedrà mai il giorno dopo il suo prossimo spettacolo, rivivendo all'infinito la vita del suo personaggio, imprigionato sulla scena... egli, però, sembra non dar credito alla strega... raggiunge una nuova città e si appresta a mettere in scena lo spettacolo. Qui però conosce un'attrice del posto e se ne innamora perdutamente... recitano insieme sulla scena e anche lei si innamora di lui... e dopo lo spettacolo fanno l'amore. Ma prima di addormentarsi, lui regala a lei un fiore... il giorno dopo, al suo risveglio, lei non c'è... allora lui esce a cercarla e incredibilmente si accorge che tutto è come il giorno precedente... in città vi è attesa per lo spettacolo e tutti si comportano come se tutto dovesse ancora accadere... anche lei, la ragazza che lui ama, non lo conosce e non rammenta nulla del giorno prima... allora lui decide di corteggiarla di nuovo, fino a farla innamorare ancora sulla scena... i due fanno l'amore e anche stavolta lui le dona un fiore, ma diverso, prima di dormire... ma il giorno dopo nulla muta e di nuovo lui rivive la giornata precedente... l'oscura maledizione della strega sembra averlo imprigionato in uno scorrere del tempo incantato, dove si ripete all'infinito il medesimo giorno... e così lui riprepara lo spettacolo e di nuovo comincia a corteggiare la sua amata, fino a farla nuovamente innamorare, fino a fare ancora una volta l'amore con lei... e come gli altri giorni, anche stavolta, prima di addormentarsi, lui le regala un fiore, sempre diverso... il giorno seguente egli però si ritrova ancora una volta a rivivere le stesse cose... e così si sussegue all'infinito il medesimo giorno, dove tutti rifanno le stesse cose e dove solo lui si rende conto del tempo incantato... egli però non si perde d'animo ed ogni giorno manda in scena uno spettacolo diverso ed ogni giorno conquista la sua amata attrice con nuove parole e nuovi gesti... e sempre, ogni notte, lui dona a lei un fiore differente prima di addormentarsi... passano così i giorni e le notti, per poi ripetersi il tutto infinitamente nello stesso giorno, chiuso ogni volta da un diverso fiore donato, come una margherita, un giglio, una rosa, un'orchidea, un geranio... poi, dopo l'ennesimo giorno in cui lui manda in scena un nuovo spettacolo e conquistato nuovamente il cuore di lei, prima di addormentarsi le regala un altro Fiore, ma stavolta un Fiore particolare, donatogli da un vecchio vasaio... e per magia, il mattino seguente, al suo risveglio si accorge che lei è con lui, ancora addormentata con la testa sul suo petto... escono in strada e tutti sono in festa per il bellissimo spettacolo del giorno precedente. L'incanto è stato finalmente rotto e i due possono vivere totalmente il loro grande amore.”
“Bellissima...” sussurrò Talia, che aveva ascoltato il racconto di Guisgard con la testa poggiata sul tronco di un albero.
Pochi istanti dopo cadde addormentata sul petto di lui.
“Come sarebbe facile ora...” disse lui, accarezzandole il viso “... si, come sarebbe facile dirti tante cose, tutte quelle che ho nel cuore... sai, non sono diverso da quell'attore... quante storie dovrò ancora inventare? In quante storie dovrò ancora una volta conquistarti? Si, conquistarti in infinite storie, infinite volte, per poi perderti alla fine di ognuna di essa e ricominciare da capo in una nuova, ennesima storia inventata solo per te...” sospirò e fissò poi il cielo di Suessyon “... si, sono come quell'attore... in un mondo sempre uguale, fatto di gesti vuoti e senza vita, l'unica cosa viva sono le parole che scrivo e recito per raggiungere il tuo cuore, Talia... solo questo anima il tempo e rende tutto ciò che ci circonda simile ad un sogno...”
In quel momento suonò la campana del Tempio del Casale.
“Oh...” svegliandosi Talia “... devo essermi addormentata...”
Guisgard sorrise.
“Sai...” fissandolo lei “... stavo sognando qualcosa... ma non ricordo cosa...”
“Non abbiamo bisogno dei sogni.” Disse lui. “Ti va di venire in un posto?”
“Ora?” Raggiante lei. “Si, subito! Dove andiamo?”
“Vedrai...”
E presa Talia per mano, Guisgard la condusse in un luogo speciale, avvolto dai purpurei riflessi del Sole che tramontava su Suessyon.
“Talia...” sussurrò Guisgard, destandola da quel ricordo “... salta giù... al mio tre... pronta? Uno... due... tre!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Ultima modifica di Guisgard : 29-05-2012 alle ore 20.14.00.
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