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Vecchio 01-06-2012, 02.32.51   #2246
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Già...” disse Guisgard a Talia, fissando però la porta della locanda, da dove il curioso uomo era appena uscito “... solitamente i servigi si offrono presso una giostra a qualche cavaliere, o in qualche accampamento militare a soldati di ventura e avventurieri...” il suo sguardo era sospettoso, ma anche attento a non far conoscere quella sua inquietudine a Talia “... si, hai ragione...” cambiando discorso “... sarà meglio partire subito...”
“Signore.” Avvicinandosi una giovane zingara. “L'aria è umida la sera, perchè non prendete uno di questi scialli per la vostra bella dama? Li ha fatti a mano mia nonna. Sono comodi e caldi. Posso vendervelo per un quarto di Taddeo. Vi prego.”
Guisgard portò una mano in tasca e controllò il denaro che avevano.
“Tre Taddei e mezzo...” contandoli a bassa voce.
Si accorse allora che fra i loro problemi vi era anche il denaro.
“Un quarto di Taddeo?” Ripeté fissando la zingara.
“Si, ma vi farà comodo.” Disse questa. “Vostra moglie potrà ripararsi dal vento e dall'umidità della sera.”
“E sia...” dando il denaro alla zingara e scegliendo lo scialle più bello.
Lo mise poi sulle spalle di Talia e le sorrise.
“Ora ti scambieranno di nuovo per una Granduchessa.” Le sussurrò ad un orecchio.
Il locandiere tornò e li avvertì che i cavalli erano pronti.
Guisgard e Talia, allora, saliti in sella a Peogora e a Luthien, lasciarono quel luogo e si diressero verso Nord-Est.
Ma un attimo dopo, lo strano individuo che si era avvicinato al loro tavolo, ritornò nella locanda.
“Eh, già, già, già...” appoggiandosi al bancone “... come cambiano le cose... ora cominciano a passare da qui clienti importanti...”
“Cosa volete dire?” Domandò il locandiere.
“Un arrivo gradito, no?” Fissando il locandiere. “Un nobile cavaliere e la sua bella dama. Sembra l'inizio di uno di quei romanzi che vengono letti nei grandi castelli aristocratici. Lui, tenebroso e romantico e lei, bellissima ma cieca... soli, diretti chissà dove, attraverso queste lande misteriose e impenetrabili... l'ideale davvero per scriverci una storia di avventure cavalleresche, non trovate?”
“Bah, avete la testa piena di fantasie.”
“Bhu!” Con una smorfia lo strano tipo. “Cosa ne sapete voi di queste cose. Sempre rinchiuso qui dentro, a far da mangiare a mercanti e pellegrini. Quando mai avete visto cavalieri e dame, voi.”
“Dite il vero.” Fece il locandiere. “E questa è appunto una locanda. Si mangia, si beve e volendo si dorme. Altrimenti è inutile venirci. Allora, cosa vi servo?”
“Si, un bicchiere di vino buono.” Rispose l'uomo. “Così mi scioglie la favella e mi fa vivace l'umore.”
“A me sembra che parliate allegramente già abbastanza.” Riempendogli un bicchiere di vino il locandiere.
“Ho visto che prendevano la strada verso Nord-Est uscendo da qui...” bevendo l'uomo “... chissà... chissà...”
“Chissà cosa?” Fissandolo il locandiere.
“Chissà...” mormorò l'uomo “... chissà che madonna Fortuna non si sia decisa a voltarsi verso di me... e magari anche a sorridermi...”
Nel frattempo, lungo la strada, Guisgard e Talia galoppavano con andatura regolare.
“Non vedo l'ora di arrivare in quella città.” Disse il cavaliere. “E di vedere poi il castello di cui parlava quell'uomo.”
Ad un tratto, sulla strada, videro un uomo accanto ad un carretto.
Su di esso c'erano diversi cesti di ciliegie.
“Salute, buon uomo!” Salutandolo Guisgard. “Potreste indicarci dove conduce questa strada?”
“Continuando in questa direzione” spiegò l'uomo delle ciliegie “vi ritroverete alle pendici dei monti Dell'Arce e Della Gioia.”
“Due monti...” mormorò Guisgard “... e vi è una città presso quei due monti?”
“Certo.” Rispose l'uomo. “Tra quei monti si trova la città ducale di Faycus.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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