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Vecchio 04-06-2012, 19.13.59   #2286
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard sorrise e prese accanto a sé Talia.
“Respira forte...” disse dolcemente alla ragazza “... senti l'aria pulita? E' anche profumata... assaporala con tutti i tuoi sensi... se riesci ad estraniarti da tutti i tuoi pensieri, potrai sentire l'odore della prima uva, degli albicocchi in fiore e delle querce sferzate dal vento che soffia dai monti... ascolta, Talia... senti questo lieve fiotto? E' un fiume che scorre accanto alla locanda... è talmente trasparente che è possibile quasi contare tutti i ciottoli addensati sul fondo... e poi c'è il castello... è maestoso, solenne e sembra che solo il vento possa volare sopra le sue torri... vorrei portarti in quel castello, Talia... si, vorrei condurti là... vagare tra le sue stanze ed immaginare, anzi sognare, di mille leggende, fatte di amori impossibili... credo che da quelle torri la Luna appaia più vicina che in qualsiasi altro luogo e forse si può addirittura toccare... il borgo comincia ad illuminarsi.” Sorrise. “E le luci soffuse sembrano riflettersi suoi monti vicini che dominano il paesaggio... vi è anche un convento poco più in alto della città...”
In quel momento si udì il rintocco di una campana.

L'osteria era colma di gente ed ovunque si udivano risate e schiamazzi.
“Capitano!” Chiamò una voce. “Capitano Cairius!”

Il militare si voltò.

“Posso presentarvi messer Alfion?” Fece l'uomo, indicando la persona che era con lui. “Egli è un grande combattente e si è guadagnato gli onori della battaglia del Taburn.”

“I miei omaggi, messere.” Con un lieve inchino Cairius.

“E' un onore per me, capitano.” Disse Alfion. “A Faycus non si sente altro che parlare di voi.”

“Si, la gente ama parlare. E spesso a sproposito.” Mormorò Cairius. “Spero almeno che dicano cose non troppo disdicevoli su di me.”

“Solo che siete un grande stratega ed un formidabile cavaliere.” Disse Alfion. “Per questo molti si chiedono il perchè non siate più a capo della Guardia Ducale.”

In quel momento si avvicinò l'oste.

“Milord...”

“Si?” Fissandolo Cairius

“C'è un uomo che chiede di voi. Sta aspettando fuori. Dice che è cosa urgente.”

Gli occhi azzurri di Cairius si accesero con attraversati da un lampo.

“Fate chiamare subito messer Reinz e messer Davis.” Ordinò il militare. “Che attendano al piano di sopra il mio ritorno.”

“Si, milord.” Annuendo l'oste.

Poco dopo, in una stanza al piano di sopra, si ritrovarono due figure.

“Cosa può volere?” Domandò Davis.

“E lo chiedi a me?” Fissandolo Reinz. “Ormai conosci quell'uomo. Più misterioso di Re Riccardo quando tornò dalla Terrasanta.”

“Ah, smettila.” Lo zittì Davis. “Risparmia le parole, visto che in prigione avremo molto tempo libero.”

“Prigione?” Fissandolo Reinz. “Non pronunciare più quella parola.”

“Forse preferisci impiccati?” Scuotendo il capo Davis. “O decapitati? Beh, cambia poco... così doveva finire, l'abbiamo sempre saputo... sin dal principio di tutta questa ignobile farsa...”

“Farsa?” Adirandosi Reinz. “Però non dicevi così quando ti furono promessi i Taddei d'oro e il titolo con tanto di terre e privilegi, amico mio! No, il denaro e i possedimenti sono reali. Eccome se lo sono.”

“Che pazzia ritrovare quella ragazza!” Esclamò Davis. “E ancora più pazzo io che ho accettato tutto questo!”

“Si, è vero...” disse Reinz “... sappiamo che quella ragazza forse giace sul fondo del fiume, o magari sepolta tra questi boschi. Anzi, forse i repubblicani l'avranno venduta al migliore offerente, destinandola così a morire di stenti o forse, peggio ancora, condannata ad essere schiava chissà di chi.”

“Si, lo sappiamo bene che ormai è morta.” Fece Davis. “E sfidare i Taddei è la cosa più stupida e pericolosa che si possa fare.”

“Già e tutto per un ritratto incompiuto...” mormorò Reinz.

Intanto, verso la parte bassa della città, una ragazza vagava solitaria presso il fiume.

Spettri e demoni quasi la chiamavano da quelle acque e specchiandosi la sua immagine le parve deformarsi.

Era pallida e malnutrita, vestita di stracci e sporca.

“E' quella?” Fissandola da lontano Cairius.

“Si, milord.” Annuì il suo servitore.

“Sei sicuro che nessuno la stia cercando?”

“E' una povera matta, milord.” Rispose il servitore. “Secondo me medita anche di togliersi la vita.”

Cairius allora si avvicinò alla ragazza, mentre questa ancora si specchiava nel fiume.

“Salute a voi.” Disse il cavaliere. “E' inutile che fissiate con tanto desiderio quelle acque. Non troverete sollievo e pace. Non lì dentro, almeno.”


Altri rintocchi di campana e Talia si destò da quella strana e inquietante visione.
“Si, davvero bello qui!” Fece Guisgard. “Ed il suo castello sembra magico!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 05-06-2012 alle ore 02.13.48.
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