Respiravo piano, scossa da incontenibili sussulti... ma poi le parole di quella donna risuonarono secche ed inclementi per la stanza, mi parvero rimbombare tra le pareti senza nessun garbo, per poi rotolare fino a me e colpirmi forte, come uno schiaffo in piena faccia...
Tremai, allora, e per un istante fui pervasa dal più puro, sincero, assoluto moto d’ira che mai avessi provato...
Come si permetteva, mi chiesi... Che cosa ne sapeva quella donna, sprofondata negli agi del suo bel castello, di ciò che noi eravamo? Cosa ne sapeva di quello che avevamo dovuto soffrire? Cosa ne sapeva della paura, l’angoscia, la preoccupazione che mi attanagliavano il cuore? Cose ne sapeva di tanti sogni dorati e ferventi desideri, che avevamo sempre temuto di dover veder morire? Come poteva comprendere cosa significasse bramare qualche cosa al punto tale da mettere in gioco tutto pur di inseguire quella chimera?
Strinsi i pugni... e per un istante fui sul punto di gridarle contro tutta quella rabbia e quella paura...
Per un attimo... poi pensai a Guisgard, alla sua condizione ed al pericolo che correva, e riuscii a dominarmi. Inspirai profondamente, dunque, e tornai ad alzare la testa...
E fu a quel punto che quella visione mi colse... e fu potente, fu travolgente.
Un castello... forse proprio quel castello... un pittore ed una fanciulla... un ritratto da completare...
Ne rimasi scossa e colpita... era già la seconda volta che mi venivano mandate visioni simili a quella, da quando eravamo sulla strada per Faycus... cosa significavano, dunque? Chi era quella ragazza? Perché continuavo a vederla e perché continuavo a sentir parlare di quel quadro? Poteva esserci qualche nesso con le precedenti visioni che avevo avuto al Belvedere?
Queste e mille altre domande si accavallavano nella mia mente e si susseguirono, facendomi quasi dimenticare dove mi trovavo...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Ho detto di venire avanti!” Con tono severo lady Vicenzia, destando Talia da quella visione. “Vieni avanti affinchè io possa vederti meglio! E bada che non voglio più ripeterlo!”
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Quella voce severa mi riscosse... battei due volte le palpebre e tornai in quella stanza.
Rimasi immobile appena per un altro istante, mentre la mia mente tentava di individuare da dove provenisse quella voce... una volta che ne fui sicura, poi, mossi qualche passo in avanti e raggiunsi la donna. Solo un piccolo inchino, poi tornai ad alzare la testa verso di lei, con un’espressione assolutamente indecifrabile sul volto... in silenzio, in attesa.