Alle pendici del mio vulcano spento esiste un'antichissima abazzia longobarda edificata algli albori del VII secolo da un gruppo di mercenari guidati da un uomo di fede, che tra gli antichi spiriti dei boschi e dei ruscelli, raccolse quella parte di paganesimo ancora presente in quelle terre per costruire qualcosa che rimanesse ai posteri come segno di riconciliazione tra il vecchio mondo ed il nuovo...
Quando nell'estate dell'anno di grazia millenovecentoottantasette i Nomadi giunsero alle pendici di questo monte per suonare in una cittadina poco distante, cercai il mio caro amico Augusto Daolio per suggerirgli un'idea a mio giudizio strordinaria: riportare quel luogo incantato ed incontaminato ad uno stato di sospensione quasi irreale fuori dal temopo stesso, e, la maniera più adatta per la realizzazione di questa idea era quella di accosatre la sua magistrale melodia vocale a quelle pietre, a quei boschi e a quei ruscelli...
Augusto non ci pensò molto, e con entusismo bambino chiamò il fedelissimo Beppe e gli propose di cambiare l'evento nel giro di pochissimi giorni. I fans dei Nomadi, che sono un popolo visceralmente unito con cordone ombelicale al loro gruppo ed al loro leader di sempre, presero la cosa come una sorpresa ed in poche ore venne allestito un palco tra i castagni e le pietre....
Augusto, iniziò con un brano meraviglioso scritto anni prima dall'amico poeta Francesco Guccini: Ophelia.... e terminò il concerto dedicandomi ("..ad un amico speciale, che abita questi luoghi e mi fa sempre commuovere..." queste le sue parole nei miei confronti!) "Un Giorno Insieme"...
Grazie dunque lady Gonzaga per esservi emozionata nel riproporre questo brano nella cornice musicale di Camelot, grazie anche da parte di Augusto, "che come allora sorride".
Taliesin, il bardo
Ultima modifica di Taliesin : 08-06-2012 alle ore 11.33.03.
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