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Vecchio 15-06-2012, 03.01.37   #2426
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Io sono solo un uomo che vuole aiutarvi...” disse Cairius a quella ragazza “... quel fiume è tanto buio, quanto freddo... non sfuggirete ai vostri demoni buttandovi in quelle acque, credetemi... questa città è piena di fantasmi... i peggiori, quelli che sanno tormentarti fino alla disperazione, alla follia e alla dannazione... forse tutto il ducato è un covo di fantasmi... forse il mondo intero è così... si, è così... e forse è questo che il mondo vuol farvi diventare... un fantasma...” la fissò, come se volesse studiare ogni parte del suo volto, ogni bagliore del suo sguardo ed ogni gesto, anche il più insignificante.
Cairius fissava quasi con ossessione il volto di quella ragazza.
Come se volesse quasi plagiarlo, modellarlo e renderlo credibile per chissà quale scopo.
“Chi sono io?” Continuò il capitano. “Forse un amico. Un vostro amico. E sapete cosa rende speciali gli amici? La loro volontà di aiutarci. Ed è quello che farò, se vi fiderete di me.” Sorrise quasi in modo impercettibile. “Io non so chi voi siete, ma so chi non siete... per questo voglio comprendere il perchè dei vostri racconti, di quelle strane e assurde storie rivelate a quella suora... ora venite con me...” porgendo alla ragazza la sua mano “... fidatevi, sarete al sicuro con me... anche dai vostri fantasmi...”

“La solitudine” disse la duchessa, destando Talia da quella visione così forte “ha sempre un solo volto. Un volto che ci appare a volte tanto lontano da farci dubitare persino della sua esistenza. Un volto che talvolta sembra destinato solo ai nostri sogni. Un volto che in notti come questa pare confondersi ora con la Luna, ora con tutte le altre stelle del cielo. Un volto che abbiamo ricamato tante di quelle volte sui nostri pensieri, che alla fine è divenuto lo stesso che diamo a tutti i nostri desideri più ambiti.” Restò un attimo in silenzio. “Si, la solitudine ha sempre un volto... forse anche tu, Talia, in questa momento, nel cuore di questa notte senza nome, stai prestando il tuo volto ai pensieri, ai ricordi e ai sogni di qualcuno smarritosi in una solitudine senza fine... una solitudine a cui avrà dato non solo il tuo volto, ma anche il tuo nome, ragazza mia...” tossì.
E quel colpo di tosse parve riportare la duchessa al freddo di quella notte.
Si, a Faycus la notte, quella notte, era quasi fredda.
Il freddo della solitudine.
Il suono del campanellino ruppe quel silenzio.
Un attimo dopo, Paolo si presentò nella sala.
“Mostrate a Talia la sua stanza.” Fece lady Vicenzia. “Quella accanto alla mia. Se avrò bisogno di qualcosa, allora chiamerò lei. Farò dunque a meno di voi per stanotte, messere.”
“Ma, milady...” mormorò Paolo “... la ragazza è cieca e potrebbe non essere in grado di occuparsi di voi e...”
“Talia è tutto ciò di cui ho bisogno, per stanotte.” Lo interruppe la duchessa. “Ora accompagnatela nella sua stanza. E... buonanotte, messere.”
Paolo mostrò un lieve inchino e prese con sé Talia, per condurla nella stanza a lei destinata.
Era una camera confortevole e della stessa tonalità dei gigli.
E qui la ragazza riposò fino al mattino successivo, quando il limpido Sole di Faycus giunse ad illuminare la Stanza del Giglio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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