Il menestrello tossì e poi riprese il suo racconto...
Intanto, nella chiesa un uomo che sedeva in fondo alla navata aveva udito degli strani rumori provenire dalle strade.
Si affacciò dalla porta e ritornò di corsa dentro con la faccia sbiancata dal terrore.
“Cosa avete, Larson?” Chiese Vision accorgendosi della sua grottesca espressione.
“Che…” tentò di rispondere Larson “… che… Iddio Onnipotente ci aiuti!”
“Cosa avete visto?” Chiese Hunz preoccupato dalle strane parole del vecchio Larson.
Ma questi non riuscì a rispondere niente.
Hunz allora si fiondò a vedere fuori.
Un attimo dopo rientrò con il volto teso.
“Allora?” Chiese quasi indispettito Palm.
“Sono appena giunti in città dei cavalieri…” rispose Hunz accigliato “… credo siano in tre…”
In un attimo il panico si diffuse nella chiesa.
“Cavalieri?” Ripeté Vision. “E cosa mai cercano in questo posto?”
“Non lo immagini?” Rispose Palm. “Scorte, viveri!”
Intanto, nella strada, Feudis continuava ad intimorire i ragazzini, chiedendo loro di quello scudo.
“Ragazzo, poco fa hai indicato la chiesa…” chiese con tono calmo ma fermo “… cosa volevi dirmi? Sta tranquillo, non ti farò del male. Puoi parlarmi tranquillamente.”
Il ragazzino allora, preso coraggio, indicò di nuovo la chiesa e rispose balbettando:
“E’… in quella chiesa…”
“Chi è in quella chiesa?” Domandò Feudis sempre più incuriosito.
“L’uomo… l’uomo che ha colpito lo scudo con la sua spada…”
“Uomo?” Ripeté meravigliato Feudis. “Che uomo? In questo posto dimenticato c'è qualcuno in grado di usare una spada? Ti stai prendendo gioco di me, ragazzo?”
Questi scosse la testa.
“No, signore.” Rispose. “ Ha davvero tagliato quello scudo… e con un colpo solo.”
“E’ vero, signore…” disse un altro dei ragazzini. “Andros è il più abile cavaliere del mondo!”
A quelle parole Feudis lanciò un grido di sfida.
“Ora lo vedremo se è davvero il migliore!” Esclamò poi.
“Lascia perdere, capo!” Intervenne Duxa. “Abbiamo i soldati del Gastaldo alle calcagna! Non possiamo perdere tempo con queste sciocchezze!”
“Al diavolo!” Rispose Feudis. “Un’ora in più o in meno non cambierà niente! Partiremo da qui quando avrò accoppato quel maledetto!”
“I soldati arriveranno presto” tuonò Duxa “ed io non voglio finire in gattabuia a causa dei tuoi giochino da spadaccino!”
“Zitto, maledetto!” Ringhiò Feudis. “Ora voglio che quel dannato esca dalla chiesa e venga a dimostrarmi di essere il migliore!”
Un momento dopo, uno dei tre cavalieri raggiunse la chiesa.
“Mi sentite là dentro?” Cominciò a gridare Mars. “Stiamo cercando un certo Andros! Fatelo uscire, altrimenti non rivedrete più i ragazzini che giocavano nelle strade!”
In un secondo, nella chiesa, si diffuse un’indicibile paura.
“Il mio bambino?” Gridò una donna. “Era fuori a giocare!” Aiutatemi!”
E con lei cominciarono a disperarsi anche le altre madri dei ragazzini.
“Vigliacchi!” Disse Hunz. “Hanno preso i ragazzi!”
“Hanno chiesto di Andros!” Disse Vision. “Ma perché? Cosa vorranno da lui?”
“E te lo chiedi?” Intervenne Palm. “Sua moglie ci aveva avvertiti. Si sarà già sparsa la voce che lui vive qui! E noi già ne stiamo pagando le conseguenze!”
Allora in quel momento la rabbia cominciò a diffondersi nella chiesa, mischiandosi alla paura che già dominava l’intero ambiente.
“Andros…” disse Vision “… voi siete l’unico che può aiutarci. Dovete salvare i nostri ragazzi!”
“Vision ha ragione!” Intervenne Philow. “Dopotutto siete il migliore! Riuscirete a stanare quei maledetti!”
“Ma sono tre!” Rispose Chymela. “Andros, per abile che sia, non può tenere testa a tre avversari contemporaneamente! Sarebbe un suicidio!”
“Lui ci ha messo in questa situazione!” Disse Palm. “Se non fosse stato per la sua bravata dello scudo, a quest’ora non ci troveremmo nei guai!”
Andros li ascoltava senza rispondere nulla.
Aveva lo sguardo basso e la fronte rigata dal sudore.
“Un momento, calmi!” Intervenne Hunz. “Non possiamo costringere Andros a battersi. La cittadina è nostra e dobbiamo difenderla noi!”
“E’ impossibile!” Gridò Palm. “Quelli sono guerrieri veri! Noi invece siamo semplici contadini! Sarebbe un massacro!”
“Allora andrò io!” Sentenziò Hunz. “Dopotutto sono stato io a chiedere ad Andros di restare. Io vi ho fatto giurare. E’ quindi giusto che affronti da solo questa situazione.”
“Sei folle…” disse Vision.
Intanto, da fuori si udì un poderoso nitrito.
“Avanti, lì dentro!” Gridò il cavaliere davanti alla chiesa. “Il mio capo sta aspettando! O ci consegnate quel certo Andros oppure useremo i vostri mocciosi come bersagli!”
“Vado!” Disse Hunz.
“Un momento.” Lo fermò Andros, rompendo il silenzio in cui si era chiuso. “E’ giusto che vada io.”
“Ma sono tre, Andros!” Gridò Chymela. “E’ un suicidio!”
“Quando si è quello che sono io…” rispose Andros guardandola con infinita tenerezza “… la vita non da mai un’altra possibilità. Perdonami, ti prego...”
“Perchè?” Fissandolo Chymela.
“Lo faccio per te...” con un malinconico sorriso “... per non destinarti ad una vita da fuggitivi...”
L’abbracciò forte e la baciò.
Si avvicinò poi all’Altare e si segnò tre volte.
Dopo di chè si diresse verso la porta, mentre il sacerdote lo benediceva.
“Andros!” Lo chiamò Chymela. “Ti amo…”
“Lo so.” Rispose Andros voltandosi e sorridendole.
Poi aprì la porta ed uscì.
E nella chiesa scese un funereo ed innaturale silenzio...
“Si...” disse la duchessa a Talia “... parli troppo e talvolta a sproposito.” Fissò il piatto davanti alla ragazza. “Bene, se non vuoi toccare altro, allora direi di prepararci.” E suonò il campanello.
Paolo entrò nella sala.
“Fate preparare la mia carrozza.”
“Milady?”
“Cosa accade?” Fissandolo la donna.
“No, è che mi stupisco...”
“Di cosa?”
“Che voi vogliate uscire proprio oggi...”
“Allora, quando lo stupore vi sarà passato, farete preparare come detto la mia carrozza.” Disse la donna. “E voglio un velo per Talia. Turchese, ma leggero, di seta persiana. Ed un diadema di corallo per fissarlo. Ha la pelle chiara e non voglio che il caldo di stamattina possa fargliela arrossare. E poi i suoi occhi. Meglio non affatichino con troppa luce.”
“Subito, milady.”
Poco dopo la carrozza lasciò il castello, per risalire la parte alta della città.
“Prima non mi hai più risposto.” Fece la duchessa. “Con chi sei giunta al Belvedere?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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