...non le piacevano.
Strinsi le labbra per impedirmi di rispondere... non le piacevano le ragazze impertinenti... beh, e a me non piaceva il modo in cui si riferiva a me ed a Guisgard, quasi stesse parlando di qualche cosa di estremamente sgradevole e sconveniente...
Inspirai profondamente, tuttavia, e mi costrinsi a restare in silenzio... tentando silenziosamente di convincermi che alimentare quella polemica non avrebbe portato a niente di buono.
Ed anche alla sua affermazione successiva non risposi... truffatori e lestofanti, diceva... non sapevo che cosa credesse e non tentai di indagare... credeva, forse, che qualcuno avesse tentato di vendermi quella pietra spacciandola per chissà quale rarità appartenuta alla famiglia ducale? Ebbene, decisi che l’avrei lasciata in quella condizione... non avevo nessun interesse a rivelale ciò che davvero era accaduto al Belvedere, a raccontarle del veccio guardiano, della fabbrica, di ciò che io e Guisgard avevamo vissuto... né intendevo renderla partecipe del mio dono e delle visioni che spesso avevo, specialmente da quando ero entrata in possesso di quella pietra... sì, decisi che sarebbe stato decisamente più semplice per me se la duchessa avesse continuato a credermi poco più che una ladruncola!
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Portateci al convento.”
La carrozza allora si diresse verso il luogo indicato dalla duchessa.
Ma una buca nella strada fece sussultare la carrozza e per questo a Talia cadde in terra il libretto appartenuto ad Andros.
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La carrozza, svoltando immediatamente all’ordine della dama, sobbalzò violentemente. Io sussultai e mi appoggiai alla parete della carrozza... ed fu allora che, senza che me ne accorgessi, il libretto di Andros, che avevamo trovato al Belvedere insieme alla pietra e che Guisgard mi aveva temporaneamente affidato, mi scivolò dalla tasca e finì a terra.