A quelle parole di Elisabeth, nell'aula sorse un vivace mormorio.
“Silenzio.” Disse la regina ai presenti. “Lady Elisabeth, limitatevi ad adempiere al vostro compito. Il ruolo che ricoprite non vi consente di rivolgervi a noi riguardo al giudizio che sarà emesso da questa augusta assemblea. La verità che voi citate con tanto ardore è chiara e indiscutibile. Essa infatti non è in discussione, poiché messer Cristansen ha ammesso di non aver voluto firmare l'Atto Unico. Questa è la verità. E siamo qui noi tutti riuniti solo per giudicare questo suo atto di insubordinazione.” Guardò poi l'imputato. “Ora questa corte si ritirerà per giudicare. Voi attenderete il verdetto nella vostra cella.”
“Maestà...” alzandosi Cristansen “... posso chiedervi una grazia? Vorrei attendere il verdetto in compagnia delle uniche persone che mi sono state vicine in questa storia... mia figlia Vivian e lady Elisabeth.”
“E sia.” Annuì Destefya. “Qesta corte vi concede quanto domandate.”
Elisabeth e Vivian, così, furono condotte nella cella di Cristansen per stargli vicino.
“Milady...” disse Vivian ad Elisabeth “... credete che assolveranno mio padre?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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