L'uomo si voltò a fissare Talia e restò a guardarla per alcuni lunghi istanti.
“Si, ho avuto l'ordine di costruire questa chiesa proprio da Capomazda.” Disse, rompendo il suo silenzio. “E se avete citato la capitale, milady, allora ben comprenderete l'origine della mia ispirazione.”
“Ma non sono soggetti da vedersi in una chiesa.” Intervenne Guisgard. “Anzi, non hanno alcun senso per nessun luogo.”
“Lo credete davvero, cavaliere?” Fissandolo l'uomo. “Eppure io ci leggo chiaramente un messaggio in tutte queste immagini.”
“E quale sarebbe?” Domandò Guisgard.
“Mi hanno chiesto di descrivere qualcosa di assoluto, capace di trasmettere angoscia, paura, smarrimento, malinconia e solitudine.” Rispose l'uomo.
“E tutto ciò è rappresentato in questi dipinti e in questi mosaici?” Sempre più stupito Guisgard.
“Si, cavaliere.”
“Ma cosa vi hanno chiesto di rappresentare, dunque?” Confuso il cavaliere. “Il dolore? La follia? La morte?”
“Si, qualcosa di simile, cavaliere...” mormorò l'uomo “... mi è stato chiesto di descrivere la Gioia dei Taddei...”
A quel punto, aprì una piccola botola e si apprestò a scendere nei sotterranei della chiesa.
“Perdonatemi, ma non ho molto tempo” disse “e devo dipingere gli affreschi nella cripta.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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