Guisgard fissò Talia incuriosito.
“Il...” disse “... il confessionale? Ma non c'è nessun confessionale qui...” ma proprio in quel momento si accorse di un confessionale nella navata.
La chiesa appariva diversa da come l'aveva vista lui la prima volta, con odore di chiuso e di polvere.
E quel confessionale, con le sue tendine viola ed ammuffite dal tempo, sembra quasi come un porta, un passaggio, tra quel tempo ed uno lontano ed incantato.
“Come fai a sapere che c'è un confessionale?” Chiese Guisgard a Talia.
Poi, fissandola, avvertendo la mano di lei nella sua, con tutte le sensazioni ed emozioni che trasmetteva, non fece altre domande e condusse Talia vicino al confessionale.
Guisgard aprì le tendine e della polvere si alzò tutt'intorno.
“E' vuoto, Talia...” mormorò lui “... ovviamente non c'è nessuno...”
“E chi doveva esserci?” Intervenne il contadino. “Questa chiesa è vuota e ferma a trent'anni fa.”
Guisgard allora alzò lo sguardo e restò sorpreso, quasi sbiancando.
“Cosa avete?” Domandò il contadino.
“Sulle navate...” indicò il cavaliere “... non ci sono più...”
“Ci sono mosaici su scene dei Vangeli e immagini di Santi...” fece il contadino “... cosa doveva esserci?”
“Prima vi erano tantissimi dipinti e mosaici che raffiguravano due amanti senza volto...”
“In una chiesa? Assurdo!” Sentenziò il villano.
“Ricordi anche tu, Talia?”
“Ma lei è cieca!” Esclamò il contadino. “Non può averli visti! Forse il caldo vi ha dato alla testa!”
Guisgard continuava a guardare nella navata, quasi incredulo di non vedere più quelle immagini incomplete.
E approfittando della situazione, il contadino scappò via.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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