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Vecchio 11-07-2012, 20.10.37   #2728
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Non so dove siamo...” disse Guisgard a Talia “... tutto è mutato all'improvviso... tutto troppo presto... l'aria, il vento, il paesaggio...”
Il menestrello fece segno di seguirlo e condusse così i due in quella locanda.
Una donna apparve sulla staccionata e si fermò a guardare i nuovi venuti.
Davanti all'edificio vi era un piccolo spiazzo, con castagni, olmi e faggi che sventolavano i loro rami al fresco vento che giungeva dai monti e sprigionando un leggero profumo di campo.
Qui alcune galline razzolavano tra il terreno e l'erba alta, mentre, poco vicini, alcuni maiali si spintonavano in un recinto pieno di fango.
“Madama Plaizburg...” disse il menestrello rivolgendosi alla donna “... vi porto due nuovi clienti...”
“Veramente” intervenne Guisgard “noi non siamo intenzionati a fermarci qui. Vedete, cerchiamo un posto in cui dimorare... una città magari... e solo lì poi penseremo a trovare un alloggio.”
“Ci siete già, cavaliere.” Disse la donna senza scomporsi troppo.
“Siamo già dove?”
“Nella città che cercavate.” Rispose la donna. “Non ne troverete altre qui.”
“Una città?” Ripeté Guisgard.
“Si, Gioia antica.” Annuì la donna. “E lì non troverete altre locande. Vi è una sola ed è questa.”
“Io non vedo nessuna città!” Esclamò Guisgard.
La donna allora fece segno ai due di seguirla.
Li condusse sul retro della locanda dove dominava uno straordinario scenario.
Il Sole di quel tardo pomeriggio di Luglio batteva senza sosta su quella maestosa ed infinita distesa di granito lucido e levigatissimo.
Questa marea vasta e scintillante saliva tra le pendici del monte, avvolgendolo come una spirale che i riverberi solari sembravano quasi animare, fino su una tenera rupe, dove sorgeva la parte alta della città, arroccata attorno ad un monumentale maniero anch'esso di purissimo granito.
Cinte murarie serpeggiavano in altezza e larghezza di quella rupe, mentre slanciate torri merlate sorgevano tra chiese, case e piazze adornate con statue e monumenti.
E mano mano che calava, il Sole del meriggio alternava sulle cupole e sulle guglie della città intriganti e mutevoli giochi di colori che si rincorrevano, si avvicendavano, fino a confondersi e disperdersi in infiniti riflessi screziati e variegati, che si riversavano poi dalla rupe fino a toccare quasi le lontane nuvole del cielo, generando ombre e schegge di sconosciuta meraviglia.
Il sentiero che tagliava quei luoghi, d'un tratto mutò in una strada che sembrava condurre direttamente alle porte di Gioia Antica.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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