Quelle parole di Talia destarono Guisgard dai suoi pensieri.
Il cavaliere allora sorrise e prendendo la mano di lei posò su di essa un tenero bacio.
“Sono con te” disse con voce bassa “e dunque non c'è spazio per altri pensieri.” Prese una delle pesche che la locandiera aveva messo nel cestino di frutta e cominciò a sbucciarla, per poi tagliarla a pezzetti. “Sai che la pesca” le sussurrò “giunse in Europa grazie ai romani? In principio cresceva nel Vicino Oriente e solo quando quelle terre divennero provincia imperiale, Lucullo, che fu governatore in quelle zone, conquistato dal sapore e dall'aspetto vellutato di questo frutto decise di portarlo a Roma... sai...” aggiunse, mentre le porgeva un pezzetto di quella pesca “... in verità stavo decidendo cosa fare stamani. Volevo portarti un po' in giro, magari a visitare le case che sono ammassate attorno alle mura della città... chi vive laggiù?” Voltandosi verso la locandiera.
“I cittadini più poveri di Gioia Antica.” Rispose la donna. “Quelli che sono costretti a lavorare per pagare i debiti e non finire come schiavi dei più ricchi. Ma non temete, sono ospitali.”
In quel momento entrò il menestrello, quello che aveva condotto Guisgard e Talia alla locanda.
“Madama!” salutando la locandiera. “Buongiorno, amici!” Sorridendo poi ai due seduti a fare colazione.
“Salve!” Con un cenno della mano Guisgard.
Poi lo sguardo del cavaliere cadde di nuovo sul ritratto alla parete.
“Perdonatemi...” rivolgendosi alla locandiera “... chi è la ragazza di questo ritratto? E' forse qualcuno che conoscete?”
“Vi sembra una popolana?” Fece la locandiera. “Magari imparentata con una locandiera?”
Il menestrello sorrise, mentre era al banco a bere del succo di mela.
“No, non abbiamo l'onore di conoscere personalmente la ragazza del ritratto, cavaliere.” Continuò la locandiera. “Non abbiamo mai scambiato nemmeno una parola con lei. Al massimo possiamo dire di averla vista da lontano, di sfuggita in una carrozza o alla luce tremolante di qualche candela mentre si affacciava dal suo balcone, con la voce della gente che la salutava.”
“Allora ho indovinato.” Disse Guisgard. “E' un personaggio reale e non qualcuno tratto da miti o leggende.”
“Si, è un personaggio reale...” mormorò la locandiera “... ma ormai è molto più che un mito...” e scambiò con il menestrello un lungo ed enigmatico sguardo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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