[gwen]

chiedo scusa per il tempo trascorso lontano da questo viaggio, spero di poter recuperare...
......
Adesso vi propongo un’escursione che nei pacchetti turistici difficilmente viene offerta.
Un volo radente, di falco, nei cieli della mitica Avalon.
Perché da quaggiù l’abbazia rimane solo un cumulo di rovine, che per carità, parlano il linguaggio della grandezza dell’uomo e di un periodo storico indimenticabile, ma viste dalla nostra così poco considerevole altezza.. ahimè, mettono anche una specie di nostalgia nel cuore.
In ogni caso, lasciamo un pensiero gentile a coloro che sono racchiusi nella tomba ai nostri piedi, non lo sapevate? La tomba è stata aperta ben due volte dal suo ritrovamento e al suo interno è un dato di fatto, riposano due corpi: quello di un uomo e quello di una donna, la sua consorte a bene vedere..
Ma sono certa che sto ripetendo cose già note..
Quello che vi propongo ora è un volo radente… fuori dalle mura della città, verso la campagna, o il mare, (si perché il mare c’era ve lo assicuro, così come vi assicuro che anche quando non si vede, il mare sbatte da qualche parte, non troppo lontano, le sue onde contro la riva..)
Ma torniamo a noi ed al nostro viaggio.
Ecco la magica escursione che ho acquistato oggi per pochi spiccioli da una fata del villaggio: ci alzeremo in volo di falco sopra la città, e ci sposteremo verso est, verso
la campagna, sorvoleremo l’incanto della Glastonbury Tor: the golden gate of gods, il cancello dorato che conduce all’altro mondo, quello che fra poco, come ormai da qualche anno a questa parte anche nel nostro emisfero ci accingeremo a festeggiare senza nemmeno rendercene conto!!
Per Halloween vi voglio tutti concentrati e fieri, che di tempo ve n’è davvero poco, per portare a compimento il nostro viaggio!
A noi dunque, chiudiamo gli occhi ancora umani, per riaprirli nuovamente in uno sguardo rapace.
La Glastonbury Tor si staglia sotto di noi, mentre le correnti ascensionali ci cullano un po’ verso l’alto e poi ci fanno planare verso il basso.
La vista non è più annebbiata, ma i colori hanno aggiunto nuove sfumature che prima ci erano sconosciute.
Planiamo delicatamente verso la Tor. Per poi risalire verso l’alto e rimirarne la sconvolgente bellezza immutata dal trascorrere dei secoli.
La campagna intorno sembra essere stata scolpita da un artista senza tempo.
Quassù fa più freddo e le parole sono rimaste a terra, faceva parte del pacchetto.
Quassù non è importante conoscere l’anno di costruzione, l’architetto, il committente di una determinata opera d’arte, una fra le mille che affollano il nostro piante, e servono a ricolmare di stupore meraviglia e consolazione l’anima degli umani.
Quassù giova il silenzio ed il linguaggio segreto di chi conosce dentro di sé il mistero e la meraviglia.
Questa è la meraviglia.