CAVALIERI A SINGOLAR TENZONE NELLA LORO BUONA NOVELLA.
"Quando scrissi "La buona novella" si era in piena lotta studentesca, e le persone meno attente, che sono sempre la maggioranza di noi, compagni, amici, coetanei, considerarono quel disco come anacronistico, e dicevano: "Ma come, noi andiamo a lottare nel cuore dell'università contro abusi e soprusi e tu invece ci vieni a raccontare la storia della predicazione di Gesù Cristo?", e non avevano capito che in effetti "La buona novella" è una allegoria, che paragona le istanze migliori e più sensate della rivolta del '68 con quelle della vita di Cristo, queste ultime da un punto di vista spirituale sicuramente più elevate, ma dal punto di vista etico-sociale molto simili alle prime."
Scelsi i Vangeli apocrifi scritti da autori armeni, bizantini, greci perché era una versione laica della storia di quell’eroe rivoluzionario che era Cristo che predicava la fratellanza universale. Solo che Marco e gli altri erano un po’ l’ufficio stampa, gli apocrifi, invece, vanno a ruota libera. I sinottici risentono dell’influenza del Vecchio Testamento. Negli altri c’è più umanità. L’opera, pubblicata in piena contestazione studentesca non fu capita. Perché fra la rivoluzione di Gesù e quella di certi casinisti nostrani c’era una bella differenza: lui combatteva per una libertà integrale piena di perdono, altri combattevano e combattono per imporre il loro potere...
"Quando ho scritto l'album non ho voluto, inoltrami in strade per me difficilmente percorribili, come la metafisica o addirittura l'archeologia. Poi ho pensato che se Dio non esistesse bisognerebbe inventarselo, il che è esattamente quello che ha fatto l'uomo da quando ha messo piede sulla terra. Gli evangelisti apocrifi sono vissuti in carne e ossa, solo che la Chiesa mal sopportava che ci fossero altre persone non di confessione cristiana ad occuparsi di Gesù. Si trattava di scrittori arabi, armeni, bizantini e greci, che nell'accostarsi all'argomento, nel parlare della figura di Gesù di Nazareth, lo hanno fatto con grande rispetto, tanto è vero che ancora oggi il mondo dell'Islam continua a considerare Gesú di Nazareth, subito dopo Maometto e prima ancora di Abramo, come il più grande profeta mai esistito. Invece il mondo cattolico continua a considerare Maometto meno di un cialtrone, e questo è un punto che va a favore dell'Islam, l'Islam serio."
Fabrizio De Andrè
tratto da: "Concerto al Teatro Brancaccio di Roma" 13 e 14 febbraio 1998
...senza parole...
Taliesin, il bardo
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