L’atmosfera in quella sala stava diventando piuttosto surreale... volavano parole, discorsi, falsi complimenti e lusinghe futili... avevo la sensazione che il Governatore stesse facendo di tutto per non entrare nel merito di questioni politiche o economiche, questioni che mio padre mostrava invece molto chiaramente di aver premura di affrontare.
E questa sorta di camuffato braccio di ferro finì presto per stancarmi.
Lentamente la mia attenzione fu dunque attratta dalla miriade di oggetti ricchi e un po’ pacchiani che affollavano tavoli e tavolini... sentivo ciò che dicevano mio padre ed il Governatore, ma iniziai a non badare più a loro.
Il mio sguardo più critico stava proprio valutando un’orribile e pretenzioso orologio a pendolo da tavolo d’oro, che scimmiottava la fattura di certi manufatti molto in voga tra l’alta società olandese qualche anno prima, quando fui distratta da certe parole dell’ammiraglio...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Allora, forse, caro Van Joynson, vorrete chiarirci un po' le vostre tendenze filo britanniche?” Fissandolo Guidaux.
“Cosa intendete dire?” Turbato Philip. “Potrei ritenermi offeso! Non occuperei certo il mio ruolo nella Compagnia, se avessi legami con inglesi o con altre nazioni straniere!”
“Allora” con sufficienza Guidaux “forse, mio caro amico, sono solo maldicenze di chi, in patria, non vi ha perdonato il fatto di essere figlio di un traditore. Infatti Arkwin Van Colbye, vostro padre, è caduto in disgrazia proprio a causa di un'accusa infamante di tradimento.”
“Io sono io” rispose Philip “e non sono responsabile di ciò che mio padre ha deciso di fare della sua vita.”
“Mi sembra giusto.” Disse l'ammiraglio. “Anzi, dimostrato ormai quanto sia di cattivo gusto toccare simili argomenti, quali politica, economia e affari di famiglia in un'occasione invece tanto piacevole ed interessante...
|
I miei occhi si spalancarono e, per un istante, trattenni il respiro...
il nonno... avevo già sentito voci simili, quando ancora vivevo con lui in Olanda, ma non gli avevo mai dato alcun peso... o forse, pensai, semplicemente non mi ero mai fermata a valutarle...
questa volta, però, ne rimasi molto turbata! E non fu l’evidente nervosismo di mio padre a turbarmi, né quelle inutili e vuote minacce... no, a turbarmi fin dentro l’anima fu il tono basso e gelido dell’ammiraglio: il tono di chi sa di avere l’altro in pugno, il tono di chi non esiterebbe un istante a buttare chiunque giù dalla rupe se solo questi ostacolasse un minimo i suoi piani...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Ditemi, damigella...” rivolgendosi Guidaux a Talia “... vi piace vivere qui a Las Baias? Trovate questi luoghi interessanti e ammalianti per una giovane e vivace ragazza come voi?”
|
Appena un attimo di impasse... esitai... poi costrinsi il mio volto a tornare perfettamente sereno e sorrisi...
“Ebbene, ammiraglio...” dissi, in tono morbido e vagamente noncurante “Vi dirò che la vista di cui si gode dalla parte del nostro giardino che dà sulla scogliera è assolutamente incantevole... niente di altrettanto bello, ne sono certa, esiste in un’altra parte del mondo...”
Esitai...
E improvvisamente, inaspettatamente, pensai che non era vero ciò che avevo detto... e quel ricordo fece di nuovo breccia nella mia mente...
“Posso aprire gli occhi?” domandai.
“Non ancora...” rispose.
“Ed ora?” domandai poco dopo “Ora posso aprirli?”
Sorrise...
“Sei davvero così impaziente?” mormorò al mio orecchio la sua voce calda e suadente.
“No...” dissi, scuotendo appena la testa “No, sono molto più che impaziente... molto, molto di più...”
“Ottimo!” mormorò divertito.
Camminammo ancora per qualche momento sulla stradina appena dissestata. Io tenevo gli occhi chiusi, ma camminavo sicura e niente affatto preoccupata perché entrambe le mie mani erano strette nelle sue...
“Va bene...” mormorò infine, fermandosi e facendomi appoggiare le mani su quello che sembrava un muro di pietra o un parapetto “Sei pronta?”
Sentivo il mare calmo infrangersi contro la costa proprio sotto di noi ed avvertivo la luce della luna attorno... sorrisi...
“Si!” risposi.
“Va bene...” sussurrò “Ora puoi aprirli...”
Battei le palpebre, quasi potessi di nuovo vedere quel mare davanti a me e sentire la sua presenza accanto... per un attimo vidi di nuovo quella luna candida e grande e quel cielo stellato, il più bello che avessi mai visto... e poi quella canzone, melodia di un dolce ricordo...
Sospirai.
Ma lo sguardo gelido dell’ammiraglio e quello severo di mio padre mi trassero presto via da quell’antico ricordo...
“Altro non so dirvi...” dissi candidamente “Ma sono certa che mi perdonerete se pure mostro di conoscere questo luogo, pur così bello, così poco!”