La osservai attentamente. Sapevo che i pirati non avevano regole, ma quel comportamento mi sembrava eccessivo. Ma quando vidi come la prendeva il capitano mi irrigidii.
Non avrei permesso ad un uomo di trattarmi in quel modo nemmeno tra un milione di anni.
"Posso avere una birra?" Dissi a Boyuke che era ancora accanto a me.
Mi lasciai andare su uno scranno. Era inutile tentare di scappare, non sapevo nemmeno dove fossi.
Qualcuno mi passò una bottiglia di rum, la allontanai con una mano.
"Possibile che non abbiate della birra in questa lercia isola? Pagatela coi soldi che erano nel mio borsello."
Continuai, sempre rivolta a Boyuke: "per favore... Dovrò pur impiegare il tempo mentre voi intrattenete quelle belle signore"
Bonfonchiò qualcosa che non compresi, ma tornò dal bancone con una pinta di birra.
Ne bevvi un lungo sorso e poi mi aggrappai ad essa, come fosse la mia ultima speranza.
Non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Dydas.
E la birra, di sa, trova la strada tra i ricordi.
"Clio! Sei tornata.. "
Lui la vide riaffiorare dall'alto pendio, a piedi, col cavallo tenuto per le briglie. Avanzava piano, come se camminare le costasse fatica infinita. Corse a perdifiato verso di lei, quando fu più vicino vide che indossava un'uniforme da soldato.
Lei lo vide e accelerò il passo.
Com'era bello buttarsi tra le sue braccia, era lui la sua pace.
"Oh, amor mio.. Sono a casa..perdonami non ho potuto avvertiti, un'imboscata olandese.. Gliel'abbiamo fatta pagare cara" prendeva fiato ad ogni parola, mentre lo stringeva, incurante del sangue e del fango di cui era ricoperta.
Lui la guardò :" e hai dovuto combattere anche tu? Insomma, sei sempre una donna!"
Clio gli allontanò un ciuffo ribelle dagli occhi :" Non una donna qualunque, però!"
"No, la mia vita, il mio amore... La mia futura sposa" disse lui cingendola con le braccia "Ma.. È sangue quello che hai addosso?" Continuò lui inorridito.
"Che domande, non ti aspetterai che mi lavi insieme ai soldati, vero?"
E sorride vedendolo arrossire. Lo buttò sull'erba e si stese accanto a lui.
"Come fai ad amare una come me? Proprio tu, che a stento porteresti un'arma, anche solo per difenderti?" sospirò Clio osservandolo dolcemente.
Lui si dimenticò del sangue e la prese tra le braccia.
" Continuerei ad amarti anche se perdessi un occhio, una gamba, o se qualcuno ti tagliasse il viso da parte a parte"
Sorridevo sognante, non riuscivo a trovare ricordo più dolce in quel momento sciagurato.
Ma mentre prendevo il boccale , pregustando un altro sorso, mi accorsi che qualcuno mi stava fissando.
Non era uno della ciurma di capitan Ciuff, ma un uomo piuttosto vecchio che se ne stava in un angolo remoto.
Ricambiai il suo sguardo, e mi accorsi che non vi era bramosia , desiderio o disprezzo, mi scrutava come se stesse cercando qualcosa in me. Qualcosa di familiare. Strizzai gli occhi, potevo averlo già visto da qualche parte? Sulla Moeder Recht magari? No, sebbene quei tratti non mi fossero nuovi, non riuscii a rammentare dove li avevo già visti.
Infondo, pensai, eravamo ai confini del mondo, come potevo imbattermi in qualcuno di mia conoscenza?
Poi lui alzò il boccale, che solo allora mi accorsi essere uguale al mio, in segno di saluto e augurio.
Ricambiai con un sorriso.
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