Cittadino di Camelot
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Era tardi, ormai... era molto tardi ed un forte ma caldo vento si era alzato dal mare, risalendo la scogliera e giungendo fino a me, in piedi di fronte al parapetto.
Socchiusi gli occhi e lasciai che quel vento mi sfiorasse il viso, respirando piano il suo profumo di salsedine...
C’era silenzio intorno a me, c’era silenzio dappertutto...
“Nonno?” chiamai, aprendo un poco la porta della biblioteca e facendo capolino all’interno “Nonno... sei qui?”
L’austera figura seduta sulla poltrona dall’alto schienale sussultò appena, come colta di sorpresa... poi mi vide e sorrise appena.
“Talia... vieni!” rispose.
“Cosa stai facendo, nonno?” mormorai, entrando nella biblioteca e richiudendomi l’ampia porta alle spalle.
L’uomo fece un piccolo gesto con la meno, come a minimizzare la domanda, e contemporaneamente chiuse il libretto dalla copertina scura e rigida che teneva tra le mani...
“Niente...” disse “Ripercorrevo vecchi ricordi...”
Io lo fissai per qualche momento, vivamente incuriosita... fissai lui, poi il libretto che ancora teneva tra le mani, ed ancora lui... come interdetta.
Arkwin rimase in silenzio per appena un istante, poi però si accorse del mio sguardo curioso e sorrise...
“La curiosità è un pregio, Talia... sai? La curiosità può addirittura essere considerata una virtù, in determinate occasioni...” disse “Ma ricorda sempre, mia cara, che va usata con prudenza e buonsenso!”
Esitai...
Una parte di me avrebbe voluto chiedere di quel libretto che già altre volte gli avevo visto tra le mani ma del quale ignoravo completamente in contenuto... l’altra parte ne aveva quasi timore.
Il nonno rimase in silenzio per qualche istante... poi sorrise.
“Sai...” disse “Ci sono momenti, alla mia età e con tutte le mie esperienze, che ti chiedi se davvero hai fatto e vissuto tutto ciò di cui si vocifera... ebbene, in quei momenti capisci di essere stato saggio ad aver tenuto un diario dei tuoi viaggi!”
“Posso vederlo?” sussurrai, quasi con timore.
Il nonno spostò gli occhi sul libretto, rigirandoselo per qualche momento tra le mani... poi tornò a guardarmi.
“Certo!” rispose “Devi! ...ma non oggi. No, non oggi! Un giorno sarà tuo, Talia... ed allora potrai leggerlo!”
Quel ricordo scivolò via dalla mia mente ed i miei occhi si spostarono in basso, a fissare il libretto che tenevo tra le mani...
Quel giorno era arrivato, infine... ripensai al nonno ed all’attenzione, quasi alla riverenza, con cui Passapuor aveva estratto quel libretto dal baule di Arkwin, appena poche ore prima, e me lo aveva dato... un dono da parte del nonno... ero stata felice di quel dono, ed anche se non lo avevo detto espressamente sapevo che il nonno lo aveva capito semplicemente guardando nei miei occhi.
Poi lui e Passapour erano rientrati.
Io no... io ero rimasta sulla terrazza, con quel libretto ed un mare di pensieri. E, per giunta, nonostante la curiosità, non avevo ancora avuto il coraggio di aprirlo, quel diario...
La spiaggia, oltre la duna, era chiara e sottile... mi piaceva andarci, specialmente in giornate come quella, nelle quali il sole autunnale era alto e splendente.
“Se tu potessi esprimere un desiderio, adesso... uno qualunque... cosa chiederesti?” domandai ad un tratto, rompendo quel breve momento di silenzio in cui eravamo caduti osservando le nuvole rincorrersi all’orizzonte.
Lui si voltò e mi fissò incuriosito...
“Perché?” chiese.
“Così...” stringendomi nelle spalle “Per sapere!”
“Oh, beh... non saprei... ne avrei molti...”
“Dimmene uno!” insistei “Il più bello... o anche solo il primo che ti viene in mente...”
“No, non posso...” disse il giovane, scuotendo appena la testa, dopo avermi osservata per un attimo.
“Perché?”
“Eh... perché tanto, di certo, non mi crederesti... oppure... beh, oppure potresti credermi e ritenermi un pazzo, oppure inopportuno, o troppo audace... e non mi vorresti più vedere...” disse, sfoderando un mezzo sorriso, insieme a quel tono e a quell’espressione particolare che assumeva talvolta e che io non riuscivo mai a capire completamente... a capire se mi prendeva in giro o se era serio...
“Oh, smettila!” sbottai quindi, riportando gli occhi all’orizzonte “Odio quando ti prendi gioco di me!”
Lui continuò a fissarmi per molti minuti... ma non disse niente.
“E tu?” domandò ad un tratto “Tu che cosa desidereresti?”
“Tu non rispondi a nessuna delle mie domande...” dissi, con un vago sorriso “Cosa ti fa credere che io risponderò alle tue?”
Anche lui sorrise...
“Andiamo... la prima cosa che ti viene in mente...”
Sospirai e fissai le nubi riflettersi sul mare...
“Leggere il libretto del nonno!” dissi ad un tratto, quasi senza pensare.
Lui sollevò un sopracciglio, incuriosito...
“Libretto? Di cosa parli?”
In fretta riportai gli occhi su di lui, come sorpresa di averlo detto davvero...
“Niente!” risposi in fretta.
Il giovane non disse altro... ma i suoi occhi rimasero su di me, incuriositi e forse un po’ perplessi...
Riuscii a resistergli solo qualche momento... poi sospirai appena...
“Beh, vedi...” iniziai, con un gesto leggero della mano “Mio nonno possiede un libretto... una sorta di diario dei suoi viaggi... l’ho visto molte volte ma non ho mai potuto leggerlo, né sapere cosa contiene... così...”
“Sei curiosa?” domandò.
“Beh, si... ma non è solo curiosità, è anche che... insomma, che...”
“E’ che alcuni diari sono più interessanti di altri!” concluse.
I nostri occhi si incrociarono allora, ed io seppi che lui capiva... seppi che conosceva tutte le storie che circolavano sul passato di mio nonno e che intuiva quanto io dovevo essere combattuta tra esse e l’affetto per il nonno... capiva e non giudicava.
“Si!” risposi piano.
Sorridemmo.
Sospirai a quel ricordo... al suo ricordo...
Poi lentamente, come incoraggiata, sollevai la copertina di pelle nera e nella prima pagina trovai un’iscrizione...
‘Diario di Viaggio
di Arkwin Van Colbye’
La grafia sottile ed elegante del nonno delineava quelle poche parole nella parte superiore della pagina... le osservai per un istante, mentre una vaga ed infantile eccitazione mi pervadeva...
Stavo per voltare il foglio e proseguire la lettura quando il rumore di una carrozza in arrivo nel cortile attrasse la mia attenzione... mi sporsi appena e vidi mio padre e mia madre scendere in fretta da quella carrozza... mio padre sembrava agitato e teso... lo sentii parlare seccamente con il servitore... lo sentii pronunciare più volte il mio nome... sospirai... forse il diario del nonno doveva aspettare...
In fretta lo richiusi e lo nascosi nella tasca del mio ampio abito... poi mi affrettai a rientrare e a scendere di sotto.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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