Capitan Giuff sgozzò con barbara ed inumana ferocia quel vecchio ufficiale sotto gli occhi di Clio.
E davanti al sangue ancora caldo di quello sfortunato, nella locanda echeggiò la malvagia risata del Gufo Nero.
Ma il pirata si accorse dell'odio nello sguardo di Clio.
“Ragazza...” disse fissandola “... cosa c'è? Vuoi dirmi qualcosa forse? Volevi ucciderlo tu magari?”
E tutti i filibustieri presenti risero.
“Beh, forse non è stato un caso tutto ciò...” continuò Giuff “... forse è stato il destino a volere che lo uccidessi davanti a te, così da farti ben comprendere le cose... per me la vita umana possiede valore solo quando è possibile tramutarla in oro... quel vecchio inglese non valeva dunque nulla... neanche la pena” fissando la lama insanguinata del suo pugnale “di sporcare il mio fedele pugnale... ed il tuo destino non sarà diverso dal suo, se quell'ufficiale olandese non si presenterà al nostro appuntamento con l'oro... tienilo a mente...”
Chiamò allora due dei suoi, dando loro ordine di rinchiudere la ragazza in una stanza ben sorvegliata.
Così, poco dopo, Clio si ritrovò chiusa in una stanza, con due pirati a sorvegliarla dall'esterno.
Ad un tratto, però, qualcuno bussò e poi entrò.
Era Dydas ed aveva con se un po' di cibo ed acqua.
“Prendi...” fissando la ragazza “... mangia qualcosa... il tuo soggiorno qui non sarà dei più piacevoli e dovrai essere in forze...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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