“Marinaio...” disse il capitano Sumond a Cavaliere25 “... fatti da parte o sarete frustati entrambi! Avanti, obbedisci!”
Fidan ed Emas, allora, presero il giovane marinaio e lo portarono qualche passo più indietro.
“Equipaggio, scoprirsi!” Fece Guisgard e tutti i presenti si tolsero i cappelli.
Il capitano Sumond lesse allora il regolamento e sancì la pena per Rynos: venticinque frustate.
“Equipaggio, coprirsi!” Disse Guisgard e tutti si rimisero i capelli.
“Precedete con la punizione!” Ordinò Sumond.
Il nostromo allora, preso il gatto a nove code, cominciò a frustare il povero Rynos.
“E non risparmiatevi, nostromo!” Urlò Sumond. “Altrimenti prenderete il suo posto.
Così, una alla volta, lentamente ed accompagnate dai gemiti strazianti di Rynos, le frustate si abbatterono sulla sua schiena.
L'equipaggio fu costretto ad assistere a quel terribile spettacolo.
E alla fine, dopo la venticinquesima frustata, finalmente quella punizione terminò.
Un secchio d'acqua fresca fu gettato sulla schiena lacerata di Rynos ed il marinaio venne poi condotto sottocoperta, per essere affidato alle cure del medico di bordo, il vecchio Musmot.
Era questi un accanito bevitore, molto spesso brillo, ma sempre capace di mettere l'equipaggio di buon umore.
“Ah, non preoccuparti, figliolo...” disse al povero Rynos “... non è poi tutto questo granché avere qualche graffio sulla schiena... non al pari di perdere una gamba, almeno...” aveva infatti una gamba di legno “... mi fu amputata... aspetta... si, nel 36!” Esclamò, sorseggiando del rum da una bottiglia. “Si, nella battaglia contro i Turchi, al largo di Cipro... su, fatti un sorso di questo...” porgendo a Rynos la sua bottiglia “... si, ma non tutto!” Riprendendosela un attimo dopo. “Ora vado, ragazzi... in gamba, mi raccomando!” E ritornò in coperta.
Tutti i marinai, così, si avvicinarono a Rynos in segno di solidarietà.
La sera, negli alloggi ufficiali, a cena l'atmosfera non era delle più serene.
“Una tavola alquanto silenziosa, eh!” Esclamò il capitano Sumond.
A tavola vi erano, oltre al comandante, Guisgard, Great, il dottor Musmot e il Guardiamarina Austus.
“Non mangiate voi?” Chiese il capitano a quest'ultimo.
“Col vostro permesso, signore...” rispose Austus “... ma non ho molto appetito stasera...”
“Permesso negato!” Replicò il capitano. “Il cibo non va sprecato! Mangiate lo stufato, è buono. Voi...” rivolgendosi poi al cuoco “... servite le patate al signor Austus...” fissò poi Guisgard, anch'egli taciturno “... non mangiate il formaggio, voi? So che vi pisce molto, signor Guisgard.”
“Non stasera, signore...” rispose Guisgard.
“Ho capito...” fissando tutti loro il comandante “... fate combutta con l'equipaggio...”
“Avanti, signori...” mormorò Musmot “... non è il caso per un po' di formaggio...”
“Non è questo, capitano...” disse Guisgard “... è la scala dei valori che mi sconcerta...”
“Davvero?” Guardandolo Sumond. “Avanti, parlate pure liberamente...”
“Ecco...” fece Guisgard “... se per un semplice furto si frusta quasi a morte un uomo, mi chiedo cosa gli si possa fare per reati ben più gravi.”
“Offendere un ufficiale lo ritenete un reato di poco conto?”
“Signore, voglio dire...”
“Un momento...” lo interruppe Sumond “... allora, prendiamo un caso generico... mettiamo che la nave stia attraversando acque ghiacciate e occorra mandare un uomo in coppa... il vento è freddo e le sartie sono gelate... alla minima distrazione quell'uomo sa che ad attenderlo ci sarà la morte... perchè dovrebbe obbedirvi?”
“Beh, credo che molto dipenda dal soggetto in questione...” rispose Guisgard.
“No!” Scuotendo il capo Sumond. “Tutto dipenda da una sola cosa... dalla paura! Paura di ricevere una punizione ben peggiore della morte! Nessun marinaio oserà disobbedirvi se avrà visto frustato a sangue un suo compagno! L'odore della sua carne maciullata lo perseguiterà a vita!”
“Perdonatemi, signore...” mormorò Austus prima di correre via a causa della nausea suscitata da quelle parole.
“Siete sempre dell'idea di non voler assaggiare questo formaggio, signor Guisgard?” Domandò Sumond mentre tagliava un po' di quel formaggio. “E' ottimo.”
“Dipende dai gusti, signore...” fissandolo lui “... io lo trovo alquanto rancido e quindi indigesto...” e si versò un bicchiere di Porto “... davvero ottimo questo liquore, dottor Musmot... non trovate?” E i suoi occhi allora incrociarono quelli indagatori del capitano.