Dydas entrò e trovò Clio sul letto accanto a Giuff.
“Ben fatto...” disse la donna appena giunta e subito estrasse il suo pugnale.
Ma all'improvviso il pirata si abbandonò ad una sonora risata.
“Ah, povere sciocche...” ridendo “... sciocche ed inutili donne... pensavate di farmi fuori con un veleno?” Con un rapido gesto estrasse il pugnale di Clio dal suo polso.
Poi schiaffeggiò con forza la ragazza.
“Sei solo una ragazzina...” disse con disprezzo “... e non ti uccido solo perchè mi servi più da viva che da morta...” prese poi la bottiglia di rum e ne versò il contenuto a terra “... da piccolo fui venduto come schiavo e divenni una sorta di assaggiatore... in pratica dovevo mangiare e bere tutto ciò che veniva preparato per il padrone... un giorno mi toccò assaggiare del pesce... lo stesso pesce che un attimo dopo avvelenò il mio padrone... buffo vero? A me non aveva che procurato una leggera acidità di stomaco...” rise di nuovo “... si, probabilmente sono immune a molti dei veleni conosciuti... o forse la mia vita è protetta da Belzebù...” chiamò i suoi uomini “... prendetevi Dydas e passatevela fra voi... divertitevi per tutta la notte... poi, domattina, la impiccherete...”
“Grazie, capitano!” Fecero in coro, portandosi via Dydas.
“Che il demonio ti maledica, bastardo!” Gridò la donna prima di essere trascinata via.
“Ora io e te ci divertiremo...” mormorò Giuff senza distogliere mai lo sguardo da Clio.
E prese una frusta bianca.
“Con questa posso batterti per ore, senza rovinare neanche un centimetro della tua vellutata pelle...” continuò il pirata “... e farti gridare e soffrire come non mai...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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