Non riuscii a credere ai miei occhi. Il veleno non l'aveva scalfito.
“Padre.. non ce la faccio.. è troppo fredda” la ragazza rabbrividì alla vista del lago ghiacciato, le escoriazioni sulla pelle bruciavano come ferro incandescente.
“Sai quanto è leggera e soffice la pelle di una donna? Credi che sia stata creata per la battaglia?” lo sguardo del vecchio generale era severo e imperturbabile.
Eppure il suo polso sanguinava, e nonostante le minacce e la frusta, non riuscii a trattenere le risa.
Abbassai completamente la camicia sotto il corsetto, scoprendo così mezza schiena, girai le spalle al capitano.
"Prego, la mia schiena è più resistente di quanto tu possa pensare. E tu puoi usare solo la sinistra.."
Voltai lo sguardo verso il Gufo Nero: "non devi avercela con me, tu avresti fatto lo stesso... infondo ancora poco tempo e ci libereremo l'uno dell'altra, tu avrai il tuo oro, e io la mia libertà".
Spostai i capelli da un solo lato, e aspettai lo schiocco della frusta, giurando che non avrei versato una lacrima.
Infondo, pensai, pur ammettendo che la mia situazione non fosse delle migliori, avevo un vantaggio che non avevo intenzione di sottovalutare.
La sua mano destra era ferita e adesso sapevo dove teneva il pugnale.
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