Giuff osservò Clio per qualche istante, per poi far schioccare a terra la frusta più volte, senza però mai sfiorare la schiena della ragazza.
“Sei coraggiosa...” disse con un ghigno “... ed io premio sempre il coraggio... no, non ti colpirò, stavolta... non c'è gusto a ferire qualcuno senza poter vedere poi il suo sangue scorrere...” si avvicinò alla ragazza e le sfiorò la vellutata pelle della sua schiena, per poi coprirla con la camicia “... e non avere troppa fretta di voler andar via o di volermi disprezzare... nessuno sa cosa può riservarci il domani...” gettò a terra la frusta e con un gesto improvviso prese a sé la ragazza, baciandola poi con passione “... e poi non è detto che il tuo ufficiale e promesso sposo voglia rischiare così tanto per te...” rise e si avvicinò alla porta per uscire “... ora riposati, mia bella sirena... riposati perchè domani sarà il gran giorno dello scambio... così saprai davvero quanto ti ama il tuo amato...” ed uscì, lasciando da sola la ragazza.
La notte trascorse inquieta per Clio ed il sonno tardò a raggiungerla.
Più volte alcune immagini confuse, simili a sogni, si rincorsero in quel tormentato dormiveglia, rendendo ancor più cupo lo scorrere di quei brutti momenti.
Solo quando l'albeggiare era ormai prossimo, la ragazza riuscì a dormire un po'.
“Vedi quei riflessi sotto le acque illuminate dal Sole?” Indicò Gurenaiz alla ragazza. “Dove ci sono quelle donne che reggono le reti!”
“Si, li vedo...” annuendo Clio “... ma cosa fanno lì quelle donne? E perchè quegli uomini sulle barche avanzano verso la riva battendo le acque del mare?”
“E' un rito molto antico qui nelle Flegee...” spiegò Gurenaiz “... stanno battendo il Pesce Celeste...”
“Pesce Celeste?”
“Si...” annuendo lui “... ma non per mangiarlo... solo per raccoglierne le squame... sono di colore celeste, ma alcune, molto rare, sono invece di un verde luminoso, simile alla giada... trovarne una, raccontano gli indigeni, è di buon auspicio, sai?”
Ad un tratto Clio vide qualcosa brillare nell'acqua.
“Guarda, Gurenaiz!” Gridò. “Sembra una squama di pesce! Ed è verde!”
“E' incredibile!” Esclamò Gurenaiz. “E' proprio verde!”
“Allora è buon segno!” Sorridendo Clio. “Vero?”
“Si...” fissandola Gurenaiz “... vuol dire che presto accadrà qualcosa di bello...”
Il giorno giunse presto e da una piccola finestra penetrò un raggio di Sole che svegliò Clio.
Aveva sognato e al suo risveglio era ancora prigioniera in quel terribile posto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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