A bordo della Santa Rita l'equipaggio dovette subire anche l'ingiustizia di vedersi negare l'acqua.
I marinai si ritrovarono a tavola, mentre venivano servite loro le razioni del giorno.
“Ehi...” disse Rynos “... ma queste sono metà razioni!”
“Queste vi spettano.” Replicò il cuoco.
“E invece tu mi riempi il piatto” fissandolo Emas “o io ti rompo la faccia!”
“Dacci un taglio!” Fece il cuoco. “Sono gli ordini questi! Ordini del comandante!”
“Non è giusto...” scuotendo il capo Rynos “... no, non lo è... è contro il regolamento... e se il regolamento ci fa frustare, deve anche darci da mangiare...”
“Ben detto!” Annuì sarcastico un altro marinaio. “Mi hai convinto! Ora convinci il capitano!”
In quel momento passò Austus.
“Comincerò a convincere gli altri ufficiali...” mormorò Rynos “... vieni con me, Cavaliere25...” rivolgendosi al suo compagno.
I due si avvicinarono così ad Austus.
“Signore...” disse Rynos “... ecco, io e Cavaliere25 siamo qui a nome di tutti... volevamo dire che non è giusto... ci stanno togliendo il cibo e l'acqua...”
“Ragazzi...” fissandoli Austus “... comprendo ciò che dite... su, non avvilitevi... se può esservi di qualche conforto, io è da ore che non bevo un sorso d'acqua... su, finite le vostre razioni e poi andate a riposarvi...” e si allontanò.
Raggiunse allora la cabina di Guisgard.
“Ah, sei tu...” disse Guisgard mentre beveva dell'acqua “... voi un po' d'acqua?”
“No...” rispose Austus “... ho molta sete, ma non riuscirei a mandarla giù... e non capisco come tu possa startene qui a bere tranquillamente...”
“Conosci forse un altro modo per dissetarsi?”
“Come puoi assistere in silenzio a tutto questo, Guisgard?” Fissandolo Austus. “Startene qui, con le mani in mano, mentre quel pazzo impone le sue manie da despota sull'equipaggio?”
“Lui è il comandante” replicò Guisgard “e tu solo un Guardiamarina. E se non riesci a mandar giù questa situazione, allora cospargiti il capo di cenere e vaga come un penitente su questa nave.”
“Si, sono solo un Guardiamarina...” annuì Austus “... ma tu sei il secondo ufficiale di bordo e non puoi...”
“Ah, sei seccante!” Gridò il tenente, buttando nel barile d'acqua la coppa che aveva in mano. “Cosa dovrei fare? Ribellarmi forse? E poi? Ad un ufficiale spettano le medesime punizioni imposte ai marinai semplici! Sai cosa accadde all'ufficiale della Queen Anne per aver picchiato il capitano? Finì impiccato con l'accusa di oltraggio e tradimento!”
“Guisgard...” scuotendo il capo Austus “... allora è vero... sei solo un damerino indifferente e superficiale... del tutto incapace di provare compassione e umanità per i tuoi simili... tu, al sicuro qui dei tuoi gradi e del tuo lignaggio, fai orecchie da mercante mentre gli uomini di questa nave subiscono angherie e torture...”
“Guardiamarina Austus...” interrompendolo Guisgard “... un'altra insolenza e vi ritroverete ai ferri... intesi?” Con rabbia il tenente. “Ed ora chiudete il barile dell'acqua. E' un ordine.”
Austus lo fissava in silenzio.
“Demonio illuso!” Imprecò Guisgard. “Allora quando parlo non mi capite! Ho detto di chiudere subito quel barile!”
Austus allora lo chiuse e poi corse via, lasciando Guisgard con lo sguardo carico d'odio.
Lo stesso odio che lo spinse a colpire con un pugno la porta di legno della sua cabina.