Visualizza messaggio singolo
Vecchio 23-10-2012, 18.05.40   #447
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Scena VI: Ammutinati

“Prospero: <<E della nave del re, e dei marinai, e degli altri vascelli della flotta, che cosa hai fatto?>>”
(William Shakespeare, La Tempesta)



La massa sterminata e bianchissima di nuvole, che si rifletteva luminosissima ed imponente sul dorato riverbero del mare, era simile a monti lontani, grandiosi e innevati, che si stagliavano lungo l'orizzonte sconfinato, dando quasi l'idea che terre sconosciute e vergini da ogni rotta emergessero oltre quei confini.
La Santa Rita solcava sicura e magnifica quel mare calmo, di un blu profondo, squarciandone le acque con il suo scafo e lasciando una scia spumosa alle sue spalle.
Le vele e la bandiera inglese erano al vento e sembravano quasi animarsi tra il rumore delle onde che cullavano la nave nel suo viaggio.
Ma quelle quiete, reale o falsa che fosse, venne all'improvviso rotta da alcune voci.
“Fermatelo” disse Fidan agli altri dell'equipaggio “o si farà del male!”
Un marinaio, infatti, delirava, correndo e gridando per il ponte.
Alla fine, lo stesso Fidan ed Emas riuscirono a bloccarlo.
“Dacci una mano anche tu, Cavaliere25!” Fece Emas al suo giovane compagno. “E' come impazzito e solo a stento noi due riusciamo a tenerlo fermo!”
“Il mare...” farfugliava il marinaio delirante “... è infinito... quanta acqua... voglio tornare a casa... dalla mia donna... quella donna!” Urlò di colpo per il delirio. “Quella donna non sa che sono qui!” Poi cominciò a piangere. “Ma non è colpa sua... il mare è senza fine... e la carne... ora è come carbone e brucia... mi consuma... voglio tornare a casa...”
“Su, sta calmo, amico...” tentando di tranquillizzarlo Fidan.
“Cosa succede?” Avvicinandosi Guisgard.
“Questo pazzo” rispose Emas, indicando il marinaio “in preda alla sete ha bevuto acqua di mare.”
“Ne siete certi?” Chiese il tenente.
“Si, signor Guisgard.” Annuì Fidan. “L'abbiamo visto noi stessi... ha bevuto l'acqua salmastra penetrata nella stiva...”
“Beh, bisognerà allora legarlo” fece Guisgard “o finirà per farsi male. Ammesso che sopravviva.”
“Sopravvivere?” Ripeté Emas. “Impossibile. A meno che non gli diamo un po' d'acqua dolce. Solo così possiamo lavargli gli intestini.”
“Impossibile, Emas.” Scuotendo il capo il tenente. “Sai meglio di me che ci sono ordini precisi.”
“La mia casa...” nel delirio quel marinaio “... voglio solo... la mia casa... qui c'è troppo mare... e l'acqua brucia... mi brucerà l'anima ed andrò all'Inferno... io credo all'Inferno... sono un buon Cristiano io...”
“Su, calmati, amico...” mormorò Emas.
Guisgard restò a fissare quel poveretto che rischiava di impazzire definitivamente e forse morire sotto i suoi occhi.
“E tre, signor Guisgard?” Avvicinandosi all'improvviso Rynos.
“E togliti di mezzo!” Spingendolo via il tenente, per poi scendere sottocoperta.
“Complimenti!” Esclamò Emas, fissando con rabbia Rynos. “Tu hai il raro dono di sbagliarti su tutto!”
“Lascialo stare...” disse Fidan ad Emas “... almeno con le sue parole ci ha dato una speranza...”
In quel momento, però, Guisgard tornò sul ponte.
Aveva con sé il ramaiolo.
Si avvicinò al barile con l'acqua e lo riempì.
Ma proprio in quell'istante arrivò il capitano Sumond.
“Signor Guisgard...” fece il capitano “... potrei avere una spiegazione?”
Guisgard rigettò l'acqua nel barile e si avvicinò a Sumond.
“Quel marinaio, signore...” spiegò “... ha bevuto acqua di mare... volevo così dargli un po' d'acqua dolce, altrimenti potrebbe morire.”
“Voi non darete l'acqua a nessuno senza mio ordine.” Fissandolo Sumond. “E ora riportate sottocoperta quel ramaiolo.” E si allontanò di qualche passo.
Guisgard restò qualche istante in silenzio, con una strana espressione sul viso, inquieta ed impenetrabile.
Prese allora il ramaiolo, ma invece di portarlo sottocoperta, come ordinato dal comandante, lo immerse nel barile d'acqua e diede poi da bere al povero marinaio.
E Sumond, davanti a quell'inaspettata scena, preso da un impeto di rabbia, si avvicinò a Guisgard, che era chino a far bere quel marinaio e con un calcio fece volare via il ramaiolo.
A quel punto, con gesto improvviso, Guisgard si alzò di scatto e colpì il capitano, facendolo cadere a terra.
“Lurido, sporco bastardo!” Con rabbia il tenente. “Non osate mai più toccarmi!”
Sumond, allora, dopo un attimo di smarrimento, rise e si rialzò.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso