Quel biglietto riportò Talia indietro nel tempo.
In una mattinata trascorsa tra scaramucce e incomprensioni, forse solo frutto della voglia di stare insieme.
E poi al pomeriggio, quando solo poche parole bastarono a rasserenare ogni cosa.
Il ricordo allora le parlò del mattino successivo, quando, appena sveglia, tra i fiori del suo balcone trovò quel biglietto.
E nel biglietto lesse quei versi, racchiusi tutti in due sole parole.
La parola “T'amo” che dava il titolo a quei pensieri e ne segnava la chiusura.
E “bellezza”, a cui quella composizione era dedicata.
La sua bellezza.
Quei versi non erano stati scritti da un poeta.
E nemmeno da un marinaio, da un cavaliere o da un pirata.
Ma da un innamorato che forse racchiudeva tutte quelle cose in lui, perchè un innamorato può essere molte cose.
E allora lei ripensò alle sue parole della sera prima.
“E cosa chiede un innamorato alla sua amata?” Disse fissandola lui. “Una sola cosa... essere creduto da lei... e in cambio di questo prezioso dono, un innamorato offre in pegno il mondo intero.
E se il mondo intero non dovesse essere abbastanza bello per farla sognare, allora lui ne descriverà un altro... un altro abbastanza magico. E spetterà poi al suo amore far divenire vero quel mondo, quanto può esserlo quello reale che ci circonda. Tutto, affinché quei sogni si realizzino.” Sussurrò infine con dolcezza.
“Analopel!” Chiamò all'improvviso Jamiel, destandola da quel ricordo. “E' tornato il signor Passapour!”
Il fedele servitore di Arkwin era infatti appena tornato alla villa.
“Salute a voi, signorina.” Sorridendo a Talia. “Eh, che viaggio stancante, ma finalmente di nuovo a casa! Vostro nonno immagino sia rientrato. Mi accompagnereste da lui?”