Guisgard e Sumond erano faccia a faccia.
Il tenente con lo sguardo cupo, inquieto e l'espressione di chi aveva una tormenta nel cuore e nell'animo.
Il capitano, invece, con quel suo ghigno sadico e soddisfatto stampato sul volto.
E forse quella fu la prima volta che l'equipaggio vide ridere il proprio comandante.
“Grazie...” disse Sumond a Guisgard “... grazie... pensavo ormai di non riuscire più a togliervi quella patina di superbia che vi portate addosso... quel disprezzo, quell'indifferenza verso tutto ciò che non è come voi, nobile e di alto lignaggio...” rise “... e invece mi avete aiutato voi a farlo... si, grazie...” si voltò poi verso l'equipaggio “... siete stati tutti testimoni del tradimento del signor Guisgard verso un suo superiore! Signor Great...” rivolgendosi all'altro ufficiale “... mettete ai ferri il signor Guisgard. Resterà in isolamento fino a quando non sarà giudicato e condannato da una Corte Marziale. In Giamaica o in qualche altro porto inglese delle Antille, mi auguro.”
Great allora si avvicinò a Guisgard per condurlo in isolamento.
Il tenente fece qualche passo verso l'ufficiale, col capo chino, ma poi, improvvisamente, lo colpì con un pugno facendolo cadere a terra.
Si lanciò allora verso il nostromo e con una rapida mossa lo immobilizzò, per poi prendergli la spada dal cinturone.
Corse così verso il capitano Sumond e gli puntò al petto l'arma.
“Equipaggio!” Gridò Guisgard. “Assumo il comando della nave!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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