“Perdonatemi, padre...” risposi chinando il capo, alle sue domande “Ho parlato solo per correttezza e per amore di verità!”
Ma Philip era adirato, era fuori di sé... era arrabbiato con me, con il nonno e forse, in quel momento, con il mondo intero...
In silenzio lo osservai rientrare in casa.
Il cielo era vagamente cupo quel giorno ed una leggera foschia sorgeva dal mare nascondendo e confondendo i contorni dell’orizzonte... lo osservai per un momento, con l’impressione che quel tempo si accordasse perfettamente al mio stato d’animo...
“E’ stata una mattinata movimentata...” dissi poi, rompendo il silenzio che era sceso tra noi “Movimentata e piena di emozioni. Nonno... forse hai voglia di una passeggiata... Madre... con il vostro permesso!”
Senza attendere la risposta di mia madre né il pur minimo cenno di Arkwin, mi accostai alla sua poltrona da giardino, che il padre di Jamiel aveva provvidenzialmente munito di ruote, e la spinsi via da lì, conducendola con me per uno dei viali fioriti che abbellivano il nostro parco.
Camminai per qualche tempo in silenzio, guidando la poltrona del nonno attraverso il parco... egli teneva gli occhi bassi, come immerso in cupi e tristi pensieri, io invece tenevo i miei lontani, distanti...
Camminai finché non ci ritrovammo, per caso, nella parte più estrema dell’ampio parco, là dove il giardino terminava contro un basso muro, al di là del quale il terreno degradava appena per qualche metro fino alla scogliera che cadeva a picco nel mare.
Qui lasciai la poltrona del nonno, per poi accostarmi lentamente al muretto... la foschia sul mare si stava addensando rapidamente, la osservai salire per qualche momento, come ipnotizzata, poi sospirai...
“Ho mentito!” dissi, voltando le spalle al mare e tornando a fissare il nonno “Ho mentito, e tu lo sai. Non ho visto Passapour dopo la sua lite con papà, quella sera, e non l’ho udito leggere... ho mentito perché sapevo che Musan mi avrebbe creduta, desidera credermi ed io ho sfruttato la cosa... ho mentito per te... ed ho mentito perché so che, comunque, non può essere stato Passapour... non è poi cosa difficile da intuire che Passapour non può aver fatto ciò di cui è accusato... è assurdo, è semplicemente privo di ogni logica. E’ evidente: non esiste nessun modo, neanche con il più veloce dei cavalli, con cui un uomo avrebbe mai avuto il tempo di lasciare questa casa al calare delle tenebre, raggiungere Balunga, compiere quell’abominio e poi fuggire prima del ritorno di Musan e dei suoi. E’ impensabile! Eppure... eppure quella era indubbiamente la cordicella di Passapour... e dunque... o lui è stato là ieri, quando ha detto di essere andato a trovare dei vecchi amici, oppure qualcuno ha rubato quella cordicella e l’ha portata a Balunga per incolpare lui della strage...”
La mia voce, che via via era andata calando, si spense in un sussurro... riflettei ancora per qualche momento, poi i miei occhi tornarono ad osservare il nonno... mi stava fissando...
“O magari entrambe le cose!” conclusi.
Restammo in silenzio ancora per qualche momento, l’uno negli occhi dell’altra... finché io, infine, distolsi i miei e tornai a scrutare il mare...
“E’ buffo...” mormorai respirando, con gli occhi socchiusi, la nebbia che risaliva la scogliera “Credevo che ti fidassi di me... chissà poi perché!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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