Ero seccata per ciò che era accaduto... ero seccata per il modo in cui quei soldati erano venuti a casa nostra ed avevano frugato tra le carte del nonno, ero seccata per il modo in cui si erano rivolti a mia madre, ero seccata per tutta quella faccenda che assomigliava tanto ad una sordida macchinazione, ma più di tutto ero seccata per il modo in cui Musan si era rivolto a noi, a mio padre e poi a me, quasi a volersi atteggiare a nostro unico e solo possibile salvatore... mi seccava e mi spaventava questa idea, mi rifiutavo di pensare a quale sarebbe stata la contropartita richiesta da Musan per il suo aiuto.
E poi pensavo a Balunga... a ciò che era avvenuto là, all’orrore che dovevano aver provato... un orrore che mi pervadeva se pensavo che solo poche ore prima il Viceré era stato in nostra compagnia, se pensato che avevamo mangiato alla sua tavola, se pensavo a quanto cortese e gentile era stato con noi... perché era morto, dunque? Era stata davvero solo una banda di indigeni e di ladri? Era possibile? E se questa non era la verità, chi poteva essere stato? Chi avrebbe tratto profitto dalla morte del Viceré spagnolo?
Immersa in questi mille e più pensieri, sussultai violentemente quando udii la voce di Musan proprio dietro di me.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Gli amici” all'improvviso una voce “non arrivano mai tardi... del resto, il Tempo è una virtù lodevole...” sorridendo Musan “... una poesia flegeese narra di come il Tempo sia il primo servitore del Fato... ma io sono cresciuto anche in Europa e so che molti pensatori dell'antica Grecia nutrivano dubbi reali sull'effettiva esistenza del Tempo...” fece cenno a Jamiel di andare via “... si racconta” avvicinandosi a Talia “che donna Ximena attirò in un giardino con uno sguardo, durante il loro primo incontro, Rui Diaz... e voi, Analopel? Voi perchè mi avete attirato in questo giardino? Perchè volevate farvi seguire? Per chiedere protezione? Per voi e per la vostra famiglia? O forse solo per restare con me?” La fissò. “Analopel... la Perla d'Oro... ed è vero... racchiudete la bellezza di due mondi...” fece qualche altro passo verso di lei.
Jameil, invece, si era allontanato solo di pochi passi, fermandosi poi accanto ad una palma e restando a fissare quella scena.
|
Lo osservai per un attimo quando la sua voce si spense, sollevando appena un sopracciglio e trattenendo solo a fatica l’istinto di indietreggiare per allontanarmi da lui... ma indietreggiare avrebbe significato riconoscergli un vantaggio, riconoscere la mia posizione di svantaggio e di debolezza rispetto a lui, ed io non ero affatto disposta a concedergli così tanto terreno.
Per giunta ero sorpresa: come poteva sostenere che io lo avessi attirato lì, quando invece era l’ultima persona che avrei voluto vedere o con cui avrei mai desiderato rimanere da sola?
Rimasi, dunque, immobile e silenziosa per qualche lungo momento... infine sorrisi e sollevai il mento, gettandogli in faccia uno sguardo altero...
“Protezione?” dissi “E perché mai? Voi credete, forse, che ne avremo bisogno?”
Tacqui appena per un istante poi, prima che potesse dire alcunché, soggiunsi...
“Non capisco, milord... rassicurate mio padre, dicendogli che si trova tra amici e che non ha dunque niente da temere, e poi chiedete a me se desidero protezione... noterete che vi è una sottile nota conflittuale tra le due cose... a quale delle due versioni devo credere, dunque?” sorrisi appena “Oh, ma non c’è bisogno che me lo diciate... io so a quale versione credere. Dopotutto la verità è chiara e palese: a Balunga è accaduta una cosa orribile e raccapricciante, qualcosa di indicibile... ma io so che non è stato Passapour a perpetrare un simile orrore, so che non avrebbe mai potuto giacché la testimonianza che io stessa vi ho fornito esclude la sua presenza a Balunga pressoché nel solito momento. Questa è la verità, milord... ed io non temo la verità, poiché so che due uomini dabbene come voi ed il Governatore non possono che ricercare questa stessa verità. E dunque... mi perdonerete... ma ho la presunzione di credere che non necessito di protezione alcuna!”
Conclusi in discorso con l’aria di chi sta esponendo il più ovvio dei ragionamenti e non teme smentita, anche se la verità era ben altra e la mia preoccupazione era invece profonda.