Clio, abbandonata a quella velata malinconia, fissava quel mare che sembrava essere divenuto suo complice in quel calvario.
L'Antigua Maria, grazie ai venti favorevoli, navigava rapida verso la sua meta, con le vele gonfie e la bandiera del teschio che sventolava, sebbene fosse ammainata per metà.
Ad un tratto la ragazza udì chiasso e si accorse dell'agitazione che ora regnava a bordo.
Un pirata sull'albero maestro aveva avvistato Portuga.
“Se quel tesoro esiste davvero” disse Giuff avvicinandosi a Clio “potrei anche prendere in considerazione l'idea di lasciarti andare, sai? Sarei ricco a quel punto e magari lascerò qualcosa anche a te. Dopotutto potresti rifarti una vita e dimenticare il tuo capitano...” rise “... e se stanotte ti sentirai sola e malinconica, allora non abbatterti... lascerò la porta della mia stanza aperta...” le sfiorò i capelli e si abbandonò ad una nuova risata, stavolta ancor più insopportabile.
Poco dopo scesero a terra.
“Volete che le incateni i polsi, capitano?” Chiese Boyuke indicando Clio.
“No, stavolta no...” rispose Giuff “... non credo sia tanto stupida da scappare... quest'isola è piena di farabutti e rinnegati, pronti a molestare qualsiasi donna...” fissò Clio “... gli altri pirati non sono mica dei gentiluomini come me!” E rise di gusto.
Raggiunsero così una locanda e Giuff ordinò subito da bere.
“Bevi anche tu!” Disse a Clio. “Il rum possiede il raro dono di scacciare l'insofferenza e la tristezza. E stanotte voglio saperti allegra, visto che dovrai disegnarmi una mappa con la rotta che ti ha rivelato la pazza.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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