Scena VII: Lo Sparviero Nero
“<<Ora,>> disse l'uomo sconosciuto <<addio bontà, addio umanità, addio riconoscenza... addio a tutti quei sentimenti che allargano il cuore!>>”
(Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo)
Guisgard sorrise a Cavaliere25, per poi dargli una pacca sulla spalla.
Raggiunse allora il centro del ponte e tutto l'equipaggio si voltò a fissarlo.
“Equipaggio...” disse “... amici, fratelli... noi oggi abbiamo perso tutto ciò che fino a ieri credevamo indispensabile. Solo il mare ci resta, come casa, prigione, salvezza o dannazione.” Tutti lo ascoltavano. “Noi tutti siamo uomini senza più patria, né onore, né nome... cacciati, condannati ed odiati dal nostro paese... esiliati e banditi da ogni altro conosciuto... uomini rinnegati dai loro simili... uomini disperati, in cerca di disperata fortuna... per questo ci uniremo in questa confraternita di pirati... da cacciati, diventiamo cacciatori! E obbediremo solennemente a questo regolamento... primo, ci impegniamo a vivere fraternamente fra noi, dividendo fortune e avversità... secondo, tutto ciò che la nostra attività di corsari frutterà, verrà raccolto in un fondo comune, dal quale preleveremo soprattutto per equipaggiare e vettovagliare la Santa Rita, poi per ricompensare i feriti nella misura che segue... per la perdita della mano destra, trecento Fiorini d'oro. Per la sinistra, duecento. Per la gamba destra, cinquecento. Per la sinistra, quattrocento. Punto terzo... chiunque nasconda un tesoro ritrovato o predato, sarà punito con l'abbandono sulla spiaggia di un'isola deserta, con una bottiglia d'acqua, un pezzo di pane ed una pistola con un colpo solo. Chi tradirà un compagno sarà punito con la stessa sorte. E chi molesterà una donna prigioniera contro la sua volontà, riceverà la medesima condanna. Ora, amici miei, conoscete il nostro regolamento. Il mondo è contro di noi... noi siamo contro il mondo! Chi approva queste regole, allora alzi la mano destra e giuri solennemente!”
Tutti allora giurarono con entusiasmo.
“Allora prepariamoci a partire, amici!” Gridò Guisgard, saltando sul ponte di prua. “Nessuno vi frusterà o vi toglierà cibo e acqua! Tutti ai posti di manovra! Liberate le vele e che si riempiano di quel vento di libertà, unico nostro alleato e compagno!”
La Santa Rita, così, magnifica e maestosa prese il mare, spinta da quel vento nuovo, fatto di sogni d'avventura e di libertà.
Guisgard allora fissò il mare con un sorriso di vittoria.
Ma quel sorriso, un attimo dopo, divenne malinconico.
Guardava il mare ed immaginava invece la terra, dove aveva lasciato i suoi sogni più belli.
Sogni che sembravano ora apparirgli racchiusi in uno sguardo e in un volto mai dimenticati.
Uno sguardo e un volto che parevano ora lontanissimi ed irraggiungibili, separati com'erano da lui dall'immensità del mare e da un infinita malinconia.