Guisgard e i suoi, avevano ormai intrapreso la strada della pirateria.
La Santa Rita cominciò allora a solcare i mari e tutte le navi finite sulla sua strada, olandesi, inglesi, spagnole, portoghesi o francesi, venivano attaccate e predate.
Nessun veliero o galeone era in grado di opporsi ai mortai della Santa Rita e nello scontro ravvicinato la superba imbarcazione era in grado di muoversi con rapidità e agilità, sia negli stretti passaggi tra le isole flegeesi, sia in alto mare, dove le sue robuste vele erano capaci di dominare i forti venti settentrionali come nessun'altra.
Pian piano le imprese di Guisgard e dei suoi uomini cominciarono a diffondersi nelle isole prima e nei litorali poi.
I marinai indigeni avevano imparato a chiamarlo Lo Sparviero Nero, per via della rapidità dei suoi attacchi e della capacità che la sua nave aveva nel raggiungere ogni altra imbarcazione.
“Ecco fatto...” disse Emas a Cavaliere25 “... ci abbiamo lavorato per un bel po', ma alla fine ci siamo riusciti... avanti, andiamo dal capitano e mostriamogli il nostro lavoro ultimato.”
I due, infatti, avevano ricevuto l'incarico da parte di Guisgard di preparare la loro nuova bandiera.
“Capitano!” Correndo Emas da Guisgard e sempre seguito da Cavaliere25. “La bandiera è pronta!”
“Bene!” Esclamò Guisgard. “Allora lasciamola sventolare! Issatela!”
La bandiera fu issata e tutta la ciurma esultò con gioia nel vederla gonfiarsi al vento.