“Si, io sono Talhos...” disse quell'uomo ad Altea.
Fissò allora il manoscritto e poi lo prese.
“Sembra molto vecchio...” osservandolo con attenzione, per poi cominciare a sfogliarne le pagine “... sicuramente di almeno una ventina d'anni... anzi, forse anche più... e la scrittura tradisce una mano incerta... sicuramente l'autore non aveva una grande cultura... e molto probabilmente non godeva di buona salute quando ha iniziato a scriverlo...” alzò poi gli occhi sulla ragazza “... cosa volete sapere di questo manoscritto?” Chiese. “Se è autentico forse? Beh, dipende cosa intendete per autentico... è stato scritto molto tempo fa e non credo per ingannare qualcuno, visto che la qualità della carta è pessima. Inoltre è scritto su uno di quei registri che circolano nelle prigioni per elencare scorte, note varie e accadimenti degni di essere ricordati, oltre naturalmente al numero dei prigionieri e dei condannati a morte. Solitamente questi registri vengono dati a detenuti particolari, che posseggono una certa cultura, come prigionieri politici, militari o nobili caduti in disgrazia, sovversivi e così via, per dar loro la possibilità di curare la corrispondenza, scrivere ai familiari o raccogliere confessioni e ultime volontà... invece, l'autore di questo manoscritto non era nulla di simile... dunque, per quanto ne possiamo sapere, poteva trattarsi benissimo di un pazzo o di un visionario... ma ditemi... come ne siete entrata in possesso?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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