Guisgard, Cavaliere25 ed Emas avevano preso la bambina e poi raggiunto un angolo appartato del porto di Balunga.
“Si, ho dovuto mentire.” Disse il pirata a Cavaliere25. “Per portarla via da quella folla.” Fissò poi la piccola. “Allora...” rivolgendosi a lei “... hai sentito cosa ti ha chiesto Cavaliere25? Hai un nome? O forse qualcuno si è mangiato la tua lingua?”
E la bambina per tutta risposta mostrò una linguaccia ai tre.
“Ah, vedo che sei una dama di gran classe!” Esclamò Guisgard. “I miei complimenti!” Scosse lievemente il capo. “Allora immagino che non sarai dei nostri, ora che io e i miei compagni faremo merenda...” ed estrasse dalla sua borsa tre belle arance.
“Diavolo di un capitano!” Fece Emas. “Dove le avete prese?”
“Su quel carro, quando ci sono saltato sopra.” Rispose il corsaro. “E ora ci delizieremo.” Ne lanciò una a Emas e un'altra a Cavaliere25. “Mh... ottima davvero...” assaggiandone uno spicchio. “Peccato che la nostra dama non ami mangiare in compagnia...”
“Davvero buona, capitano!” Esclamò Emas.
La piccola li fissava con l'acquolina in bocca.
“E poi è così piena di succo...” gustando l'arancia Guisgard “... sei proprio sicura di non voler favorire?” Fissando la piccola.
“Dammela!” Sbottò la bambina.
“Eh, non posso...”
“La voglio!” Disse la piccola. “Ho fame!”
“Mi spiace, non posso...”
“Perchè?”
“Perchè non hai usato la parolina magica...”
“Quale?”
“Per favore.” Sorridendo Guisgard.
“Dammela, ho fame!”
“Che delizia...” chiudendo gli occhi il corsaro “... è dolce come miele... e che peccato, ne ho già mangiato metà... altri pochi morsi e sarà finita...”
“La voglio!”
“Squisita...”
“Dammela!”
“Eh, solo tre spicchi...”
“No, non finirla!”
“Eh, ma è troppo buona...”
“Dammela...”
“Come?” Fingendo di chinarsi il pirata. “Non ho ben capito...”
“Per favore...”
Guisgard allora sorrise e prese una quarta arancia dalla borsa, per poi sbucciarla e darla alla bambina che la divorò in pochi istanti.
“Ne avevi di fame, eh!” Esclamò Emas.
“Credo non tocchi cibo da almeno un giorno.” Disse Guisgard.
“Ne voglio un'altra!” Fece la piccola. “Dammene un'altra!”
“Mi spiace, ma non ce ne sono più.” Fissandola il corsaro.
“Uffa, ne voglio ancora!”
“Beh, se conoscessi il tuo nome” mormorò Guisgard “potrei chiedere al mio cuoco di prepararti un bel pranzetto... con tanto di dolce.”
“Si, voglio il dolce!”
“Ma non conosco il tuo nome...”
“Uffa!”
“Eh...”
“Maraiel...” a voce bassa la piccola.
“Come?”
“Maraiel!” Esclamò la bambina. “Sei sordo oltre che antipatico?”
“Beh, è un bel nome.”
“E' un nome da principessa!” Orgogliosa Maraiel. “Mio padre è il re!” Li fissò accigliata. “E voi avete osato mangiare senza il mio permesso!”
“Avevano ragione quelli...” scuotendo il capo Emas “... è matta da legare...”
A quelle parole Maraiel colpì con un calcio un piede di Emas.
“Ehi!” Fissandola in cagnesco questi.
“Non sono modi da principessa questi.” Sorridendo Guisgard. “Così tratti tre gentiluomini di fortuna come noi tre?”
“Voi siete tre canaglie!”
“Cosa?” Sorpreso il corsaro. “E dove una principessa può aver imparato parole simili?”
“Direi di mollarla qui e andarcene, capitano.” Fece Emas. “Oltretutto è ora di partire.”
“Si...” annuì Guisgard “... ma non possiamo lasciarla qui...” voltandosi verso il punto dove si era radunata quella folla poco fa “... finirebbe chissà dove...”
“Ma neanche portarcela dietro, capitano.” Scuotendo il capo Emas.
“Beh, per poi, magari, lasciarla in un luogo sicuro...” mormorò il pirata “... come un convento...”
“Questa peste farebbe perdere la pazienza anche ad un monaco!” Esclamò Emas.
“Beh, non abbiamo molta scelta.” Disse Guisgard.
“Non vengo con voi!” Sbottò la piccola. “Voglio tornare da mio padre!”
“Magari ti ci porteremo” fece il corsaro “quando ci dirai il suo vero nome.” Allora la prese in braccio, nonostante le sue urla, per poi lasciare quel porto insieme a Cavaliere25 e a Emas.
Poco dopo i quattro erano già tornati a bordo della Santa Rita.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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