Scena X: Vivermagren
“<<Ti stai facendo delle illusioni, mio povero Andrè. La rappresentazione della sera scorsa non sarebbe stata niente senza gli attori. Dovete la vostra fortuna a quello Scaramouche.>>
<<In via confidenziale ti presento anche lui.>>
<<Tu... Scaramouche? Tu?>>
(Rafael Sabatini, Scaramouche)”
Talia e Blind, ad udire la vedetta, si prepararono al peggio.
Il cielo cominciava a schiarirsi dalla piccola finestra, mentre le ultime stelle scintillavano nel sopraggiungere di quell'alone rosa perlato che precede l'aurora.
“Guardo spesso il cielo a quest'ora, sai?” Disse lui. “Quando mi trovo a svolgere il mio giro d'ispezione sul ponte, o anche quando semplicemente passeggio in coperta perchè non riesco a dormire. Ed è allora che le vedo.”
“Cosa?” Chiese Talia.
“Quelle due stelle laggiù, le vedi?” Indicò lui. “Quella grande e luminosa che splende a Oriente...”
“Si.” Annuì lei.
“E quell'altra, poco più giù e un po' meno luminosa.”
“Si, le vedo ora.”
“Credo siano due amanti.”
“Amanti?” Sorpresa lei. “Due stelle?”
“Certo.” Sorridendo lui. “Tutto nel Creato ha il diritto di innamorarsi, non credi?”
“Dai, mi prendi in giro!” Fece lei.
“No, affatto.” Facendole l'occhiolino lui. “E ne ho la prova.”
“Quale prova?”
“Perchè si comportano in tutto e per tutto come due innamorati.” Disse lui. “Ogni notte, infatti, la più luminosa sorge da Oriente e sale fin sopra l'orizzonte, per poi rallentare, quasi ad assopirsi, come se aspettasse qualcosa... fino a quando sorge l'altra, quella un pochino meno luminosa, che inizia poi a compiere il medesimo tragitto. E ad un certo punto sono fianco a fianco ed insieme poi riprendono il loro cammino, fino a svanire nell'albeggiare, senza separarsi più.” Sorrise di nuovo. “E fanno questo ogni notte, da sempre. L'alba non le divide, poiché la notte successiva si incontreranno ancora. Le distanze che attraversano il cielo sono infinite.” Sussurrò lui. “Come infinito è il tempo che occorre per colmarle. Eppure, quelle stelle sono sempre lì... possono apparirci lontane e divise da uno spazio senza fine, ma ogni notte si incontrano e si ricongiungono per attraversare quelle distanze e quel tempo eterno insieme...” si voltò a fissarla “... perchè, Gioia mia, né la distanza, né il tempo possono dividere chi si ama veramente...” ed i loro occhi, come le loro mani, si unirono come quelle due stelle nel cielo.
L'Antigua Maria entrò così nella baia di Vivermagren ed approdarono poi su una spiaggetta bianca, a ridosso di un'imponente scogliera dal ciglio brullo e rivestita nella sua parte più alta da qualche scarno rampicante che pendeva fino alla sua base.
Tutt'intorno vi era la distesa del mare, di un azzurro quieto e intenso, che giungeva fino al margine dell'orizzonte, dove poi sembrava confondersi con il cielo sterminato.
Piatte onde spumose e luccicanti percorrevano leggere, come piume inseguite dallo zefiro, quella maestosa superficie increspata.
Poco dopo alcuni pirati entrarono nella cabina di Talia e di Blind e li portarono fuori, per poi farli scendere insieme a a parte dell'equipaggio su quella spiaggia bianca e deserta.
Un attimo dopo arrivò anche capitan Giuff.