Seduta sulla spiaggia, guardavo il mare, una brezza leggera e fresca, nella notte rinfrescava l'atmosfera.
"Eh, piccola mia.. possibile che tu riesca sempre a metterti nei guai?"
Mi girai verso la voce, il mio padre adottivo mi fissava porgendomi una pinta di birra.
La presi senza dire nulla, e risposi al brindisi che proponeva.
"Non posso mica pensare a proteggerti ogni momento..."
"No, padre.. so difendermi da sola.."
Rise e, per un momento, la sua risata sembrò un eco di quella di Giuff.
"Non saresti prigioniera, se così fosse.." scosse la testa "non pensavo di aver tirato su una buona a nulla.."
"Padre!" protestai, sentendo il desiderio di piangere come fossi ancora una bambina rimproverata.
"Ah, lascia stare... i vaneggiamenti di un vecchio.."
La mente parve avere un sussulto di lucidità.
"Ma tu...tu non sei vecchio... tu sei morto.."
Ancora quella risata, così insopportabile.
"Perchè tu no?"
"No... no.. io.. lui.. Guerenaiz mi salverà.." dissi con lo sguardo inquieto e allarmato.
"Non dire sciocchezze, un olandese è buono solo ad essere carne da cannone, ecco cos'è...Se ti conoscesse davvero, ti lascerebbe morire..." un ghigno malvagio attraversò il volto di mio padre per la prima volta da quando ho memoria.
Mi alzai e iniziai a indietreggiare, sentii delle braccia dolci e minute che mi tenevano stretta. Loren.
"Dovresti essere contenta.. non piangere.."
"E perchè mai?"
"Perchè ora potrai stare insieme al tuo Jhonn.."
"Smettila!" divincolandomi "Jhonn non è morto! Io nemmeno.. tu lo sei, maledizione..."
E corsi via in un paesaggio indefinito, portandomi tutte le mie angosce e i miei timori.
Il veleno faceva il suo corso. E per quanto fosse immobile, freddo e pallido il mio corpo, nessuno avrebbe potuto immaginare i tormenti che stava passando la mia anima prigioniera.
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