Musan sorrise ad Altea.
“Voi immaginate quel pirata” disse “come forse appaiono quelli presenti nei libri e nelle leggende. Fantasticate che sia romantico, eroico, un solitario che combatte da solo contro il resto del mondo, alla ricerca della libertà.” Scosse il capo. “Perdonatemi, ma è una visione fanciullesca, per non dire infantile. Mentre voi fantasticate, io ho conosciuto e interrogato le vittime dei suoi attacchi. E posso dirvi che non vi è niente di romantico o di epico in quel pirata. E' un ladro. Un uomo che vive eludendo la legge e predando i suoi stessi simili. Un vigliacco che si nasconde in mare invece di affrontare chi, come me, lo cerca e lo bracca ogni giorno. Un uomo destinato a fuggire e a nascondersi per il resto dei suoi giorni. Ma io non voglio solo catturarlo e poi ucciderlo. No, io voglio far cadere questa sua falsa maschera di eroismo che si è costruito. Voglio portarlo in catene davanti alla gente, facendogli implorare pietà, per poi schiacciarlo sotto i miei stivali.”
Arrivarono davanti alla villa di Altea.
“Scusatemi, ma sua eccellenza mi attende.” Fece lo spagnolo. “Non potrò dunque accettare il vostro invito. Ma ci sarà un'altra occasione. I miei omaggi, milady.” Le baciò la mano e andò via.
Entrando in casa, Altea trovò i suoi genitori ad attenderla.
“Altea, dove sei stata?” Preoccupata sua madre.
“Stavolta il tuo comportamento è imperdonabile!” Tuonò suo padre. “Cosa hai da dire a tua discolpa?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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